Simon Talacci: “Devo sbloccarmi in Coppa del Mondo. Tempi di maturazione soggettivi, mi piace anche il superG”
Concentrato sull’essere la miglior versione di sé stesso. È questo lo spirito che guida Simon Talacci, 24enne di Livigno, deciso a farsi strada nel competitivo mondo del Circo Bianco. Una stagione positiva per l’atleta del Centro Sportivo Esercito, capace di mettersi in luce soprattutto nel circuito di Coppa Europa.
Il riferimento va ai due podi conquistati in slalom gigante – entrambi terzi posti – negli appuntamenti di Zinal, in Svizzera, e Valloire, in Francia, ai quali si aggiungono le presenze nella top-ten sempre tra le porte larghe sulle nevi elvetiche e transalpine. Un percorso di crescita che punta a tradursi in risultati concreti anche nel massimo circuito internazionale, dove finora, per una serie di circostanze, Talacci non è ancora riuscito a esprimere appieno il proprio potenziale. In questa stagione ha preso parte a due prove di gigante in Coppa del Mondo, a Val d’Isère e in Alta Badia, senza però riuscire a centrare la qualificazione alla seconda manche. Abbiamo avuto modo di intervistarlo ai microfoni di OA Sport, fornendo risposte interessanti.
Quando hai iniziato ad appassionarti allo sci?
“Sono nato a Livigno. Crescere in un paese a 1.800 metri, dove la neve è presente per otto mesi all’anno, rende abbastanza naturale appassionarsi allo sci. Fin da bambino non vedevo l’ora di uscire di casa per andare a cercare neve fresca, sciare nei boschetti e divertirmi con gli amici. Con il tempo questa passione è diventata un lavoro e oggi faccio parte del Centro Sportivo dell’Esercito“.
Il tuo ricordo più bello in questo sport?
“La medaglia ai Mondiali Junior di Narvik, in Norvegia, nel 2020, quando sono diventato vicecampione del mondo di discesa libera. È un ricordo speciale perché all’epoca non facevo ancora parte della squadra nazionale, anche se ero già arruolato nell’Esercito Italiano. Non avevo uno skiman al seguito e mi ero preparato gli sci da solo nei giorni precedenti: per questo la soddisfazione è stata ancora maggiore. È stato come vincere una medaglia due volte“.
Ritieni fondamentale la gavetta in Coppa Europa per arrivare tra i “grandi”?
“Più che utile, è necessaria. È quasi impossibile passare direttamente dalle gare FIS alla Coppa del Mondo, soprattutto in una federazione ‘normale’. La Coppa Europa serve per abbassare il ranking mondiale, fare esperienza e prepararsi alla realtà della Coppa del Mondo. È uno step indispensabile“.
Raccontaci i tuoi allenamenti.
“Trascorro circa l’80% della mia vita ad allenarmi: la mia vita ruota attorno alla preparazione. Durante l’estate lavoriamo soprattutto in palestra e in campo di atletica, concentrandoci su forza e resistenza. L’obiettivo è arrivare pronti all’inverno, quando possiamo allenarci sulla neve e dobbiamo essere fisicamente in grado di sostenere un alto numero di prove e intensità elevate. In questo modo riusciamo a massimizzare il tempo sulla neve e a mantenere alta la qualità del lavoro. Negli ultimi anni, per quanto riguarda l’allenamento sugli sci, cerco sempre più la qualità rispetto alla quantità: l’obiettivo è sfruttare al massimo ogni minuto sulla neve“.
Sei vicino ai 25 anni: quanto manca per raggiungere la piena maturità sciistica?
“È diverso per ognuno e non so quando arriverà la mia. Spero il prima possibile. In Coppa del Mondo capita ancora di vedere atleti che vincono la loro prima gara a 30 o 33 anni, così come fenomeni giovanissimi che salgono sul podio a 20 o 22. È un percorso molto soggettivo, e io sto lavorando per trovare il mio momento“.
Tra podi e buoni piazzamenti in Coppa Europa, quando ti vedremo più spesso in Coppa del Mondo?
“Il prima possibile. La Coppa Europa è un passaggio obbligato e transitorio. Il salto con la Coppa del Mondo è importante, anche perché bisogna abituarsi al Circus. Spero di riuscire a sbloccarmi presto e a fare questo passo: sento che siamo sulla strada giusta“.
La tua specialità preferita?
“Lo slalom gigante. È la disciplina in cui sento di potermi esprimere al meglio. Mi piace molto anche il superG, che cerco di affrontare il più possibile in Coppa Europa. Spero un giorno di esordire in Coppa del Mondo anche in questa specialità“.
Ti sei posto degli obiettivi per la prossima stagione?
“Tendo a non fissarmi obiettivi di risultato. Non l’ho mai fatto e non lo farò nemmeno quest’anno. Preferisco pormi obiettivi tecnici piuttosto che di prestazione. Il mio target è dare sempre il massimo e diventare, un passo alla volta, la miglior versione di me stesso. Significa curare ogni dettaglio, cercare di migliorarmi continuamente e non lasciare nulla al caso. Traguardi come partecipare ai Mondiali, arrivare tra i primi cinque in Coppa del Mondo o ottenere il posto fisso in Coppa Europa non me li sono mai posti. Preferisco concentrarmi sul mio percorso di crescita“.

