Matteo Melluzzo: “Pubalgia non risolta, ma ho capito cosa fare. Mi sono sacrificato per la 4×100”
Matteo Melluzzo è un riferimento per la 4×100 italiana, come dimostrano il trionfo agli Europei 2024, la presenza alle Olimpiadi di Parigi 2024 e agli ultimi Mondiali, senza dimenticarsi del personale di 10.12 sui 100 metri. L’azzurro ha ripercorso l’ultima stagione in un’intervista concessa a Sprint2U, trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “Ho sofferto di pubalgia, un termine usato per indicare tutto e niente. In realtà ho avuto e continuo ad avere problemi a livello di adduttori e zona addominale. Fino alle indoor sono riuscito ad andare avanti con la preparazione, ma ho dovuto fermarmi dopo la prima gara: avevo avvertito i primi fastidi, ho iniziato le prime terapie e saltato Campionati Italiani, Europei e Mondiali. Avevo fatto il personale alla prima gara e mi sentivo fiducioso, ma ho avuto questa problematica e ho iniziato a curarmi. Il fastidio si è allievato e abbiamo partecipato alle World Relays, ma già lì non stavo benissimo e la gara di Savona è stata la dimostrazione: ho corso i primi 40 metri e poi non riuscivo più a tirare su le gambe”.
Il velocista siciliano ha poi proseguito: “Il problema è venuto fuori a fine 2024, durante la preparazione per le indoor, verso novembre-dicembre. Ho sentito quel fastidio pensando che fosse il classico affaticamento per carico di lavoro, ma evidentemente non era quello. A Savona mi sono fermato e ho capito che non avevo recuperato al massimo e cercavamo di capire se i Mondiali fossero raggiungibili. Abbiamo iniziato altre terapie conservative, ma poi siamo arrivati alla decisione di fare l’intervento: allenandosi sopra ho avuto due ernie bilaterali e ho un po’ compromesso la situazione. Abbiamo provato a fare il recupero lampo per i Mondiali, che è stato raggiunto, ma tornando indietro non lo avrei fatto: ora non ho ancora iniziato la preparazione per il prossimo anno, ho fatto tre settimane di lavoro piene pensando che il peggio fosse passato, ma il fastidio è tornato e ora sto facendo saliscendi da Roma per curarmi al Coni, forse stiamo trovando ora la strada”.
Il nostro portacolori si è soffermato ulteriormente sul problema fisico: “L’intervento l’ho fatto anche in ottica quotidiana: alzarmi dal letto e anche un solo colpo di tosse erano diventati un dolore incredibile. Abbiamo fatto dei test con dei fisiatri e crediamo che il problema principale sia dovuto alla debolezza agli adduttori e agli addominali, ora occorre sfiammare tutta la zona e poi andarla a rinforzare, poi da lì non dovrebbero esserci più dei problemi. A livello di ernia mi hanno installato due retine contenitive e quella problematica non dovrebbe riproporsi. Ho risolto questo problema, ma quello della pubalgia rimane“.
Matteo Melluzzo ha spiegato il motivo per cui ha voluto recuperare per la rassegna iridata disputata a Tokyo: “L’ho fatto per un’esigenza di squadra, non per qualcosa di personale. Se avessi ragionato in maniera individuale mi sarei fermato e curato con calma, invece l’obiettivo era partecipare con la staffetta, aiutare in caso di necessità. Nemmeno io mi aspettavo di scendere in pista, volevo essere una freccia per il prof di Mulo in caso di necessità: ho corso, ma se avessi ragionato a livello individuale, la scelta migliore era di rimanere a casa e iniziare la preparazione per questa stagione in maniera più attenta. Tortu non stava bene. Per la prima volta ho corso in ultima frazione, forse per avere corso già in prima, seconda e terza il mio profilo è stato ritenuto quello un po’ più adatto. Abbiamo avuto un piccolo grande intoppo (si riferisce al tamponamento di Marcell Jacobs con un sudafricano, n.d.r.) che ci ha rallentato sul tempo. Io credo di avere fatto un po’ il mio compitino, ho corso anche con dei fastidi perché l’operazione era stata fatta da qualche mese. I miei primi 80 metri sono stati buoni, nel finale mi sono lasciato andare. Ho sperato che accogliessero un ricorso. Sarebbe stato più giusto se ci avessero fatto ricorrere contro il Sudafrica“.
Il 23enne si è soffermato sull’esperienza iridata e ha poi dato uno sguardo al prossimo anno: “Nel complesso è stata un’esperienza incredibile, ci hanno accolto in maniera davvero gentile. La gentilezza delle persone è la prima impressione che ho avuto, ma anche tutta l’atmosfera e correre in uno stadio tutto piano, mi ha ricordato la finale olimpica di Parigi e per gli altri correre nello stadio dove hanno vinto l’oro olimpico… Siamo tornati a casa a mani vuote, ma ci ha lasciato tanta esperienza e sarà una benzina per affrontare gli Europei. Non farò le indoor, riacutizzandosi l’infiammazione non è il caso di rischiare. Penserò a curarmi e a mettermi in sesto, vedremo se riuscirò a fare una preparazione decente in vista degli Europei all’aperto: è un obiettivo che mi pongo dall’anno scorso. La finale dei 100 metri di Roma me la sento un po’ soffiata e l’obiettivo è quello di difendere il titolo in staffetta“.

