Biathlon, l’Italia maschile aggrappata a San Tommaso. Giacomel brilla, Hofer regge. Gli altri latitano
Tutto secondo pronostico per l’Italia del biathlon maschile nella parte iniziale della stagione 2025-26. O meglio, quasi tutto. Cionondimeno, l’atleta più atteso – l’unico in grado di spostare davvero gli equilibri – sta pienamente rispettando le aspettative della vigilia.
Due vittorie, un altro podio e sei piazzamenti complessivi nelle prime otto posizioni. Questo è il ragguardevole ruolino di marcia di Tommaso Giacomel, credibile pretendente alla Coppa del Mondo assoluta. L’azzurro attualmente occupa la terza posizione in classifica generale, ma è a una manciata di punti dal francese Eric Perrot, secondo.
Vero che il norvegese Johan-Olav Botn ha margine su tutti (+113 punti sul transalpino e +129 sul trentino, in un contesto dove la vittoria vale 90). Però, quanto a lungo durerà il periodo di grazia dello scandinavo al tiro? Il nordico sta sparando con un impressionante e insostenibile sul lungo periodo 96% abbondante. Appena comincerà a sbagliare con più frequenza, chi sta dietro avrà modo di approfittarne. Giacomel compreso.
A sua volta, Lukas Hofer si sta comportando come ci si aspettava. Una solida presenza nelle posizioni che vanno dalla sedicesima alla trentesima. Fare di più, per chi ha 36 anni e i tendini logorati da tre lustri abbondanti di battaglie nel massimo circuito, è pressoché impossibile. Il veterano sudtirolese è sempre lì, prima o poi avrà modo di far breccia nella top-10, deve solo arrivare la giornata giusta.
Per il resto, non si può certo pretendere la Luna. Elia Zeni a parte, attestatosi agli abituali standard, gli altri sono tutti leggermente o parecchio sopra il par. Faticano a entrare in zona punti Patrick Braunhofer e Daniele Cappellari, mentre chi è davvero mancato risponde al nome di Didier Bionaz, addirittura mandato in Ibu Cup per cercare di ritrovare un po’ di colore dopo un inizio trasparente.
Come scrisse San Tommaso d’Aquino, “Quello che si spera si deve credere che possa essere ottenuto; è quanto aggiunge la speranza al puro desiderio”. Vale per tutti gli uomini, compresi quello del biathlon maschile italiano, che dal canto suo si gode il proprio San Tommaso. Non d’Aquino, bensì d’Imer.

