Notizie

Alberto Cova: “La corsa campestre una scuola di vita. Con Mei, Antibo e Panetta c’era competizione”

Campione del mondo, europeo ed olimpico. Uno dei rappresentanti più importanti della storia dell’atletica leggera azzurra: ospite di Run2u, consueta rubrica di OA Sport TV, c’è Alberto Cova. Le parole del campione olimpico dei 10000m di Los Angeles 1984 nel raccontare le sue esperienze.

Sul cross, con gli Europei che si sono svolti di recente: “Il cross per il mezzofondo è una scuola di vita sportiva. Io l’ho sempre fatto, anche da giovanissimo, nasco con la corsa campestre. Diventare un mezzofondista o sperare di diventarlo voleva dire passare assolutamente dalla corsa campestre. Per me non è stato così facile. Per caratteristiche come atleta ero un pistaiolo, ma non ho mai tralasciato di correre la corsa campestre perché era una scuola. Un momento per capire quanto al di fuori del tuo talento riuscivi a combattere e a vivere la competizione anche in situazioni difficili”.

Sulla squadra italiana: “Non c’è più la stessa attenzione da parte delle nazioni. È più difficile costruire squadre da otto/nove atleti, solo l’Africa ci riesce in questo momento. Bisogna avere atleti che primeggiano. Ai Campionati Europei la sola Nadia Battocletti è di assoluto valore. Anche a livello giovanile dobbiamo crescere moltissimo per avere atleti che possono competere per delle vittorie”. 

Sulla crescita da atleta: “Quando ho iniziato a pensare di andare ad un’Olimpiade avevo 16 anni. Per poi farla sono passati otto anni. Dentro tutta una serie di situazioni favorevoli o meno favorevoli. Una vita passata a creare e a far crescere questo bel sogno”.

Su Stefano Baldini: “Lui è arrivato a vincere l’Olimpiade a 34 anni, con il suo allenatore hanno fatto la scelta di correre la maratona, in età avanzata, da atleta evoluto. Ci ha messo cinque anni a poter vincere, bisogna essere pazienti”. 

Sulla tripletta Europei, Mondiali, Olimpiadi: “Quella crescita di cui parlavo prima è sbocciata nell’82 con i Campionati europei. Ho trasformato il modo di allenarmi di pensare in modo professionale all’atleta. Agli Europei vincere da outsider mi ha dato questo segnale. In quegli anni gli atleti europei erano i più forti al mondo nel mezzofondo. Poi sono stati inseriti i Mondiali l’anno dopo, il pensiero di poterli vincere era reale. I rivali non erano gli atleti africani di oggi. Sono andato consapevole. L’Olimpiade è stata la conseguenza di questi due risultati, la pressione di essere favorito e le aspettative di tutto l’ambiente nei miei confronti facevano la differenza a livello di convinzione. Sapevo che il risultato poteva arrivare, poi la differenza la fa la gara. Ce ne sono altri 19 in quella finale che la vogliono vincere. Dipende da come gestisci le situazione e come fai valere il tuo valore”. 

Il rapporto con Stefano Mei e Salvatore Antibo: “Io aggiungerei anche Francesco Panetta, anche lui la storia del mezzofondo italiano. I risultati di squadra erano frutto della competizione che c’era tra di noi. Il confronto quotidiano, il confronto negli allenamenti, vedendo cosa faceva l’altro, ti aiuta. È uno stimolo ancora più alto, questa è la forza dello sport”. 

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record

Read on Sportsweek.org:

Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Met: Argento e record italiano di Simone Ciulli
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record

Altri sport

Sponsored