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Oscar Onley: “Non sono Pogačar o Vingegaard, devo trovare situazioni in cui attaccare”

Il britannico Oscar Onley ha rappresentato, senza dubbio, una delle sorprese di questo 2025. Il corridore del Team Picnic PostNL ha raggiunto l’apice di una stagione vissuta in costante crescendo conquistando il quarto posto al Tour de France  dopo uno splendido testa a testa con Florian Lipowitz.  Il britannico, intervistato da  Cyclingnews ha ripercorso il suo 2025.

Il punto del Tour de France 2025 in cui ha davvero capito di poter fare una buona classifica: “Da quel momento ho iniziato a crederci un pochino di più. È stato un po’ un effetto palla di neve. Abbiamo fatto la cronoscalata in buona posizione e poi il giorno dopo ho migliorato la mia posizione in classifica generale, a una settimana dalla fine. Da lì, ho guadagnato un po’ di fiducia, perché a volte faccio un po’ fatica ad avere fiducia in me stesso e nel fatto che posso essere lì. Penso di essere arrivato a questo punto qualche anno prima di quanto mi aspettassi. Quando ho parlato con il team negli anni passati, abbiamo sempre avuto il piano di lottare per la classifica generale e i Grand Tour, e in un certo senso lo avevo messo in una parte del mio cervello, ma era solo il mio secondo Grand Tour e non avevo mai fatto classifica sulle tre settimane fino a quel momento”.

Le possibili tappe del suo programma per il 2026: “Penso che, se tutto andrà bene, potrò lottare per vincere il Down Under, almeno spererei di poterlo fare. Ma ora che i miei obiettivi probabilmente guardano verso luglio, dobbiamo discutere quanto è davvero importante il Down Under perché per quanto mi riguarda, amo correrlo e mi piace che sia un bell’obiettivo per l’inizio della stagione, ma è la preparazione migliore per il Tour? Dobbiamo discuterne. Sulla carta, Freccia Vallone e Liegi dovrebbero essere adatte a me. E quando hai fatto così bene al Tour è davvero difficile decidere di andare a fare un altro Grand Tour l’anno dopo”.

Riguardo all’eventualità di fare un altro Grand Tour: “In futuro di certo vorrei provare a essere sul podio di un Grand Tour ed è più fattibile farlo alla Vuelta o al Giro prima che al Tour de France, ma devi anche vedere il profilo del percorso. Penso che sulla carta il Tour de France dell’anno prossimo sia adatto a me, con pochi chilometri a cronometro e un po’ di salite che conosco e dovrebbero adattarsi a me piuttosto bene. Ovviamente proverò a migliorare in salita, ho del margine. Anche se penso di aver già un buon livello. Non sono Pogačar o Vingegaard, devo vedere altre situazioni in cui guadagnare terreno“.

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