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Sfuma al fotofinish il sogno di Federico Pellegrino: 2° nella sprint di Davos, Klaebo fuori ai quarti

Secondo podio in ventiquattr’ore per Federico Pellegrino a Davos. Nella tappa svizzera di Coppa del Mondo di sci di fondo 2025-2026, il poliziotto di Nus sfiora la vittoria in una gara dalle circostanze incredibili, ma al fotofinish gli manca una questione di centimetri per sopravanzare il francese Lucas Chanavat, che porta a casa il successo in 2’17″60, tre centesimi in meno dell’azzurro. Al quale, comunque, arriva il podio numero 48 in carriera: ne ha colto almeno uno in 15 delle ultime 16 stagioni di Coppa del Mondo. Un numero che fa capire la longevità e il bello di quanto ha saputo creare in carriera il classe 1990.

Partiamo in questo caso dai quarti di finale. E dalla situazione più impensabile di tutte: Johannes Hoesflot Klaebo fuori ai quarti. Accade nella prima batteria, dopo aver perso l’equilibrio in curva proprio dietro a Simone Mocellini (fuori anche lui, da ultimo): vano il tentativo di rientro, perché chiude quarto e non viene salvato dal ripescaggio. Per rendere l’idea dell’epocale fatto: prima di oggi nelle sprint 76 partenze, sempre ai quarti, 75 semifinali, 71 finali, 70 podi e 59 vittorie. Bastano i numeri.

Klaebo a parte, sono due gli italiani ad avanzare. Ce la fa Federico Pellegrino, che con Valnes non ha problemi nel secondo quarto, e ce la fa anche Davide Graz, il cui 2’18″70 è primo tempo di ripescaggio nel terzo quarto. Chiude terzo anche Martino Carollo dietro a Pellegrino e Valnes, ma 2’20″68 non è sufficiente per sperare. Stesso discorso vale per il 2’19″59 di Michael Hellweger in quella che è, all’atto pratico, la seconda più veloce delle batterie.

In semifinale, invece, se Pellegrino riesce a non avere particolari problemi nella sua semifinale (dalla quale escono tutti e tre i norvegesi e vanno avanti lui e Chanavat), il problema riguarda Graz, che va giù all’ultima curva della seconda batteria e deve pertanto subire un’eliminazione che, chissà, forse non ci sarebbe stata fosse rimasto in competizione.

In finale pronti via e, quasi prima ancora di iniziare, Anger mette il bastone sulla propria scarpa e cade, rialzandosi subito, ma molto distante. Pellegrino controlla fino a metà gara, poi si prende la seconda posizione sulla salita, puntando direttamente Chanavat prima dell’ultima curva. Chicco rimonta, e rimonta fino ad affiancare il francese sulla linea del traguardo. La spunta però lui, il transalpino, letteralmente di un nonnulla. Negando, così, a Pellegrino l’ultima gioia nel luogo dove ha vinto quattro volte.

Sul podio il norvegese Oskar Opstad Vike, terzo a 1″23, mentre gli americani Jack Young e Ben Ogden finiscono a 4″05 e 4″26, capendo prima della curva finale di non poterci fare più granché. Edvin Anger chiude a 22″15, ma lo svedese aveva tirato i proverbiali remi in barca (sì, siamo sulla neve, ma il discorso quello è) da molto prima.

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