Sci alpino, l’Italia ancora una comparsa mentre il resto del mondo esulta in slalom
Stati Uniti, Albania, Germania, Brasile, Francia Finlandia, Belgio, Norvegia e Svizzera. Sono tutte le nazioni che sono riuscite a cogliere un podio in questa stagione in slalom. Ovviamente c’è chi ha sfruttato qualche naturalizzazione (avere Lucas Pinheiro Braathen e Lara Colturi aiuta), c’è chi ha un fenomeno come Mikaela Shiffrin, ma c’è anche chi riesce a sfruttare l’occasione per fare la storia (Hallberg e Marchant) o chi può contare anche su più punte (da Clement Noel al nome nuovo Paco Rassat).
Tutto questo per dire che in slalom le occasioni ci sono, soprattutto al maschile, ma c’è soprattutto una nazione che non riesce davvero mai a a sfruttarle. Questa nazione è purtroppo l’Italia, che tra i pali stretti si trova davvero ogni volta a recitare il ruolo della comparsa, con un dodicesimo posto come miglior risultato finora nei quattro slalom disputati. Non ancora nemmeno una Top-10, ma soprattutto solo cinque atleti qualificati per la seconda manche tra Levi e Gurgl. Numeri che vanno solo a confermare e ad allargare la profonda crisi che lo slalom italiano vive da tempo.
Eppure come si è visto le possibilità per fare bene ci sono tutte ed ogni slalom succede qualcosa. In campo maschile possono vincere e salire sul podio venti atleti alla volta, uno diverso dall’altro, ma l’azzurro non c’è mai. Tommaso Sala sta rientrando dall’infortunio della passata stagione e quindi essere andato a punti lo può aiutare, ma è chiaro che i fari sono puntati soprattutto su Alex Vinatzer, che getta al vento una buonissima prima manche, con una seconda in cui commette i soliti errori, sprofondando al diciannovesimo posto nel giorno delle rimonta di Paco Rassat, partito poco prima di lui, o del clamoroso podio di Armand Marchant, autore praticamente dello stesso tempo dell’azzurro nella prima manche.
Il copione sembra ormai lo stesso stagione dopo stagione, una mancata continuità addirittura non solo tra una gara e l’altra, ma anche tra una manche e l’altra. Eppure il talento non manca perchè Vinatzer dimostra in certi passaggi davvero di valere i migliori della specialità. Forse non è nemmeno più un discorso tecnico, ma solo mentale, con una fiducia che sta venendo sempre meno slalom dopo slalom.
La situazione non è certo migliore in campo, anzi forse è ancora più preoccupante. La scusante è sicuramente il grave infortunio patito da Marta Rossetti, che ha tolto all’Italia una ragazza che sicuramente stava vivendo una grande crescita e che si sarebbe trovata a vivere la stagione della consacrazione, magari con la costanza di essere sempre in Top-10 e di poter lottare anche per qualcosa di importante.
Manca ancora Martina Peterlini e dunque sicuramente la squadra risente, con ancora solo una qualifica alla seconda manche. A Levi era stata Emilia Mondinelli e a Gurgl invece è toccato a Lara Della Mea, bravissima a metà gara a sfiorare le prime dieci e che invece poi nella seconda si è un po’ persa, terminando diciottesima. Un po’ di rammarico, ma si spera anche un po’ di fiducia per le prossime gare.

