Mattia Furlani ragiona sul futuro: “Si pensa all’incremento delle misure. Jacobs è un mentore”
Mattia Furlani è stato uno degli atleti di punta dello sport italiano in questo 2025. Il 20enne nostrano ha dato un seguito a quanto si era già notato in passato, ricordando il bronzo olimpico a Parigi 2024, conquistando l’oro mondiale indoor e outdoor nel salto in lungo, rispettivamente a Nanchino e a Tokyo (con il nuovo record personale di 8,39 metri nella finale in Giappone).
“È un’emozione che non si spegne, arrivarci è una consacrazione“, le sue parole a margine della cerimonia di consegna dei Collari d’Oro a Roma (fonte: ANSA). Ora però si vuol impostare il percorso secondo un approccio diverso: “Parliamo di un incremento di misure. Sono stati due anni in cui contavano più le medaglie che i risultati. Ora cerchiamo le misure che contano. Cambierà la programmazione cosi come i concetti di allenamento“.
Furlani ha poi risposto a chi gli ha chiesto delle sue intenzioni di competere anche nei 100 metri. “Per vedere quanto posso valere: di certo sotto i 10″3, anche abbondantemente. Un risultato top in Italia. E dico cose realistiche, non esagerate. Certi test parlano chiaro. Il 2026, rispetto agli anni scorsi, sarà un anno più scarico, quindi adatto a certi tentativi“, aveva raccontato poco meno di un mese fa alla Gazzetta dello Sport.
“Sarò sempre un saltatore, ma sarà un’aggiunta durante la preparazione. Capita di parlarne con Marcell Jacobs, anche lui ha vissuto un percorso simile al mio, per me rimane un punto di riferimento e lo vedo come un mentore“, ha precisato quest’oggi l’azzurro.
Il bi-campione olimpico a Tokyo era stato, infatti, anche un ottimo e promettente atleta nel lungo. Nel 2013 vinse il titolo italiano juniores e nel 2016 ottenne il personale di 8,07 metri. I continui infortuni, tali da limitarne la rincorsa e la fase di stacco, lo avevano poi portato a dedicarsi esclusivamente alla velocità. In conclusione, sulla candidatura a miglior atleta dell’anno insieme allo svedese Armand Duplantis: “Solo stare accanto al suo nome vuol dire tanto, darlo a lui non è mai sbagliato“.

