Jannik Sinner, contro Auger-Aliassime per Parigi e il numero 1. I mille temi della finale
C’è tanto, tantissimo in gioco nella finale del Masters 1000 di Parigi, per la prima volta di scena a La Defense. Jannik Sinner sfida per la quinta volta in carriera il canadese Felix Auger-Aliassime e per la prima volta contro di lui si gioca un titolo. Quello che potrebbe essere l’unico 1000 della sua stagione (anche perché quattro non li ha potuti giocare, altrimenti molto probabilmente non staremmo parlando di questo).
In palio, di fatto, c’è il numero 1 del mondo. Con una vittoria, almeno per un’unica settimana, Sinner ritornerebbe a guidare il ranking ATP, poi, prima di Torino, arriverà la tradizionale doppia scadenza dei punti anche delle Finals di un anno fa. Una cosa è certa: con o senza vittoria di Jannik, la corsa al numero 1 a fine anno si deciderà all’Inalpi Arena, uno scenario che a un certo punto non sembrava nemmeno immaginabile. E che, invece, adesso è lì, a una sola partita di distanza. Dai tanti, tantissimi significati che esulano anche dal puro discorso del campo.
Perché Sinner, nei fatti, è attualmente un vero e proprio alleato di Lorenzo Musetti. Dal risultato di oggi, infatti, dipende la composizione delle ATP Finals. Un successo di Jannik lascerebbe in corsa il toscano, impegnato la prossima settimana ad Atene con Auger-Aliassime a Metz. Se invece fosse il canadese a farcela, la situazione sarebbe definitivamente chiusa e si conoscerebbero tutti gli otto partecipanti all’evento di fine anno, con un bis italiano che sarebbe perciò negato dalle circostanze di questa vera e propria penultima settimana.
Un elemento gioca a nettissimo favore del numero 2 ATP: il tempo in campo. Appena 5 ore e 7 minuti per lui, che ha comunque anche usufruito di un bye all’esordio essendo tra i primi 8 del seeding. Ben 10 ore e 29, invece, per Auger-Aliassime, trascinato per tre volte oltre le due ore e una oltre le tre. Ma, superati i primi turni, è riuscito a liberarsi sia di Vacherot che di un Bublik che il suo grado di collaborazione l’ha lasciato nella semifinale di ieri. Sull’italiano, da qualunque parte la si veda, è il secondo minor tempo impiegato per raggiungere la finale a Parigi da quando la superficie è strettamente quella attuale: Roger Federer ci mise 4 ore e 47 minuti nel 2011 (e non ci furono ritiri).
Siamo di fronte ai due giocatori più prolifici del decennio in fatto di indoor: Auger-Aliassime ha vinto 82 partite da quando questo è iniziato, Sinner 76. E per Jannik c’è un’ulteriore chance: superare Pete Sampras per lunghezza della striscia di vittorie indoor. Pistol Pete, nel 1996 e 1997, ne mise a segno 25: l’azzurro può fare 26 con questo ultimo atto e mettersi alla ricerca del periodo 2010-2012 di Roger Federer; più avanti ci sono Lendl, ancora lo svizzero e poi Djokovic, più difficile eguagliare i 9 anni e le 47 partite da imbattuto di John McEnroe. Ed è un Sinner che, dopo il quarto con Ben Shelton, aveva toccato quota 400 incontri sul circuito maggiore. Il dato stupefacente? Su questi 400 match, 314 sono vittorie. Meglio di Djokovic, che era a quota 301, e meglio di Medvedev, che in questo era a 280. Per intenderci, meglio nella storia dell’Era Open hanno fatto solo in sei: Jimmy Connors (335), John McEnroe (330), Rafael Nadal (326), Ivan Lendl (323) e Boris Becker (322). Sampras, Agassi e Federer erano a quota 299, 293 e 286.
Non è la prima volta che Parigi decide il discorso ATP Finals: è successo diverse altre volte, la più clamorosa delle quali nel 2017 con l’imprevedibile ingresso di Jack Sock da vincitore del torneo (da quel momento in poi l’americano non fu più neanche lontanamente in grado di esprimere il tennis che lassù ce l’aveva portato). Questa situazione che c’è oggi, però, riassume una fase veramente particolare e anche un gioco d’incastri al limite del diabolico, perché si gioca tutto sull’asse Italia-Canada. E sarà un giorno dai mille possibili effetti. Uno su tutti, per quel che riguarda il campo, la tenuta del servizio di Auger-Aliassime, finora molto buona. Anche se abbiamo visto finora un Sinner incapace di perdere set, e perfettamente in grado di alzare il livello quando ha contato e in base al tipo di avversario.

