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WTA Finals 2025: Jasmine Paolini, alla scoperta di un girone dai tanti volti

Queste WTA Finals hanno deciso di fare le cose piuttosto in grande per quel che riguarda i nomi da dare ai gironi. A Riad i nomi sono andati a due che sono inserite a buon diritto nel dibattito legato alle migliori di sempre. Da una parte Steffi Graf, dall’altra Serena Williams. E a Jasmine Paolini è toccato il raggruppamento dedicato proprio alla tedesca, unica ad aver messo insieme il Grande Slam con annessa medaglia d’oro olimpica (anche perché il tennis è rientrato nel consesso a cinque cerchi solo nel 1988).

E l’esordio sarà di quelli che si tengono a mente, con Aryna Sabalenka. La bielorussa, numero 1 del mondo, le è stata dall’altra parte della rete per due volte nel corso dell’anno, nonché ancora alle ultime WTA Finals, proprio un anno fa. Di set vinti non ne sono ancora arrivati dal colpo di mano di Indian Wells 2022 (era un’altra epoca per l’una e per l’altra), ma nel frattempo la lotta c’è spesso stata, se si eccettua il 6-2 6-2 della semifinale di Miami. E ciò che conta è che le due abbiano occasione per affrontarsi, il che fa capire quanto e come Jasmine sia spesso andata lontano nei tornei del 2025 almeno sul circuito WTA. Sembra la partita invincibile, ma il tennis ha insegnato, come anche la toscana, che di invincibile non c’è davvero nulla.

A seconda di come andranno le cose alla domenica, poi, il duo americano. In questa sede si parlerà prima di Coco Gauff, che si è trovata più volte a sbattere contro Paolini nel corso dell’anno: le è toccato nei quarti a Stoccarda, le è accaduto ancora in finale al Foro Italico di Roma ed è accaduto ancora nei quarti a Cincinnati. Soltanto a Wuhan la ventunne di Atlanta è riuscita a venire a capo dei problemi che l’azzurra è capace di proporle, ma è chiaro che si tratta di un matchup difficile per lei. Jasmine, del resto, ha spesso trovato il modo di attaccarla sulla profondità, un tema che a Gauff crea semplicemente un gran numero di fastidi.

L’altra sfida da cui inevitabilmente passa molto è quella con Jessica Pegula. La trentunenne newyorkese (o meglio di Buffalo) è una regolarista che si è fatta ampia strada fino a raggiungere anche finali Slam e top 5 del ranking mondiale. Forse non ha il colpo vincente, ma è la solidità di cui è in possesso che ha messo in crisi tante, tantissime giocatrici. Con Paolini aveva un 5-0 nei precedenti prima dell’ultima Billie Jean King Cup: è quello il miglior ricordo della toscana, perché oltre alla vittoria (netta) c’è anche stato un altro discorso, vale a dire il legame con la superficie e il contesto. Indoor anche lì. Il che porta solo fiducia nel team Paolini, al netto del fatto che Pegula tra Pechino e Wuhan ha comunque confermato di essere a buon diritto tra le big (semifinale e finale). In breve: le chance di semifinale ci sono per tutte, perché siamo di fronte davvero a un’edizione non così tanto decifrabile.

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