Giovanni Placci: “Arrivo dal nulla, la finale ai Mondiali mi ha detto che posso provarci per le Olimpiadi”
Giovanni Placci è stato l’ospite dell’ultima puntata di OA Focus, speciale arrampicata sportiva, in onda sul canale Youtube di OA Sport. L’atleta faentino, specialista del lead, si è raccontato a 360°, iniziando proprio dall’attualità, ovvero da un momento importantissimo per la sua vita: “Ho appena effettuato il Giuramento, ovvero l’ultimo passo per entrare in Polizia. Non c’è che dire, per me si tratta di una opportunità incredibile. Spesso noi italiani non ci rendiamo conto quanto siamo fortunati per questa chance”.
Come sono stati gli inizi della carriera dell’atleta classe 2001? La storia è davvero particolare: “Vivo di fianco alla palestra di arrampicata a Faenza e quindi, un po’ per caso, sono andato a provare e mi è subito piaciuto. La storia dei miei inizi è divertente perchè da piccolo, in seconda elementare, ero una vera peste e l’insegnante mi mandava sempre a casa dopo 20 minuti di allenamento per punizione. A quel punto ho provato con il calcio e il nuoto poi sono tornato all’arrampicata in seconda media, non c’era più quell’insegnante e ho iniziato davvero facendo speed. Poi mi sono inserito in un gruppo di ragazzi che facevano l’arrampicata classica. All’inizio ero sempre ultimo nei risultati, ma ho sempre avuto lo stimolo a crescere e migliorare. Ho creduto di potercela fare, ho messo qualcosa in più per arrivare lassù”.
Uno sport che, per ovvi motivi, toglie anche tanto alla vita privata: “Sicuramente mi ha tolto tanto. Vengo da una famiglia numerosa, dopotutto ho 4 sorelle e 3 fratelli. Ad ogni modo ho vissuto una infanzia bellissima ma molto presto ho dovuto viaggiare per l’arrampicata per trovare palestre che mi dessero l’occasione di allenarmi nel migliore dei modi. Ho quindi passato poco tempo in famiglia e con gli amici. Non potevo andare a feste e cose simili. Mi chiedevo ‘perchè lo faccio’? In realtà quello che mi dà questo sport e il sacrificio che ci metto non me lo dà nient’altro nella vita. L’energia di svegliarmi carico e con la voglia di fare ogni giorno. Per me lo sport è essenziale ed è un valore. La dedizione, avere un sogno, credere in qualcosa di grande. Tutti aspetti fondamentali che, tuttavia, non vedo nelle nuove generazioni”.
Tra i risultati ottenuti da Placci, va assolutamente segnalato un percorso 9B ad Arco: “Su roccia abbiamo queste vie o percorsi con una difficoltà che si basa su aspetti come l’inclinazione, la distanza tra le prese oppure la lunghezza. La prima persona propone un grado da seguire. 9C è il massimo al mondo, quindi subito sotto c’è il 9B che è stato fatto solo da una ventina di persone al mondo”.
In questo sport capitano mai esitazioni o rischi? “L’arrampicata non è uno sport pericoloso, in questo mondo la paura non esiste. Può capitare in qualche percorso chiodato con qualche volo possibile ma in ogni modo non mi sono mai fatto male. Si tratta di uno sport super sicuro e non è pericoloso”.
Un atleta molto deciso e sicuro dei propri mezzi: “Non mi pesano le aspettative di fare bene. Ho avuto tante fasi nelle quali ho avuto tanta pressione che so che non mi fa bene essendo uno sport mentale. In questo modo trovo la motivazione in me stesso. Se devo farlo per gli altri è pressione che non mi fa bene. Voglio fare queste cose per me”.
Ultima battuta sugli obiettivi presenti e futuri del faentino: “Io sono ancora molto emozionato da quanto avvenuto nelle finali in Corea. Non voglio tirarmela ma, davvero, io arrivo dal nulla e sono cresciuto da solo. Fare una finale di Coppa del Mondo o dei Mondiali era un sogno, significava che fossi arrivato. Ho ripensato a tutti i sacrifici fatti. Ora so di poter fare ancora di più e mi allenerò duramente nel corso dell’inverno. Il mio sogno sono le Olimpiadi di Los Angeles 2028 ovviamente. Se dovessi riuscirci sarebbe il coronamento di un percorso splendido. Sapendo che le tre discipline saranno separate le mie possibilità aumentano. Io cerco sempre di essere la migliore versione di me stesso allenandomi duramente”.

