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Basket, Dame Sarr e gli italiani in NCAA. Quant’è azzurra l’America oltre Fontecchio

Sono tanti, sempre di più gli italiani che scelgono l’estero per farsi notare. In particolare, si possono individuare due filoni diversi in questa fattispecie. Da una parte abbiamo i giovani che cercano di farsi largo nella NCAA, e in questo senso ne abbiamo 22 di annata variabile tra il 2002 e il 2007 solo in Division I (senza dunque considerare un altro ampio retroterra rappresentato da Division II e III). Dall’altra c’è chi gioca in Europa e ha già un nome di quelli affermati, o chi proprio dall’Europa cerca di partire e, perché no, magari vuole proprio lanciarsi verso il circuito universitario americano, che ha da qualche tempo assunto più potere grazie alle nuove norme sulla retribuzione dei giocatori e simili. Oggi poniamo l’accento sui giovani italiani in NCAA, con una breve introduzione con qualcuno che se la merita ampiamente.

Chiaramente il discorso a parte, in fatto di States, è e resterà ancora per un po’ quello di Simone Fontecchio, di cui si è già parlato in maniera molto diffusa e che, fortunatamente, sta interpretando alla grande l’inizio della stagione NBA. Ed è una gioia vederlo con un sorriso in più, quello che gli ha portato la fiducia riposta in lui da Erik Spoelstra, la figura che più di ogni altra si identifica con i Miami Heat tanto da renderli ad oggi una cosa sola. Il tutto mentre rimane sospesa la questione di Donte DiVincenzo (che ha ovviamente tutto un altro background, anche questo esplorato in modo molto ampio).

In campo NCAA è da ricordare, invece, il citato blocco dei 22. A capitanarlo, nella stagione che inizierà il 3 novembre, Dame Sarr, che si è lasciato male con il Barcellona, ma ora affronterà una stagione a Duke. E non è un’università qualsiasi: da qui sono passati fior di campioni, ultimo potenziale di essi Cooper Flagg che è diventato prima scelta al Draft NBA 2025. Basti dire che ben 72 giocatori di Duke hanno poi giocato in NBA, sei dei quali sono stati prime scelte. Oggi Sarr è proiettato in zona metà primo giro, ma una stagione può cambiare tante cose e Duke, che parte da quinta favorita per AP e sesta per USA Today, ha tutto per offrirgliele.

C’è qualcuno che, quest’anno, non potremo purtroppo vedere all’opera. Maikcol Perez, infatti, si è infortunato gravemente in prestagione con la rottura del legamento crociato in allenamento. Traduzione: stagione completamente saltata con la sua Baylor, un’altra università di buona importanza. E un infortunio al menisco terrà fuori per almeno due mesi anche Gabriel Pozzato, destinato a Xavier e che Rick Pitino considera una parte chiave dei piani dei Musketeers.

Tornando a note un po’ più felici, saranno due gli italiani a St. Bonaventure, università diventata famosa perché vi è giunto da executive Adrian Wojnarowski, il mitico ex reporter della ESPN per l’NBA. Giocheranno assieme Achille Lonati, uno degli uomini dell’ottimo gruppo che ha vinto l’argento Under 17 ai Mondiali e il bronzo Under 18 agli Europei (con tre assenze importanti), e Andrew Osasuyi, 2005 che ha contribuito a dare all’Italia l’oro dell’Under 20 a livello continentale e che è partito da Borgomanero per scalare le vette dei prospetti futuri e guadagnarsi un futuro importante. Tra i debuttanti (freshman) anche René D’Amelio, che non ha potuto vivere l’Under 20 per un infortunio al ginocchio, ma che ha parimenti un bel talento (del resto giocava con Francesco Ferrari e Osasuyi a Borgomanero, una fucina importante). Cal Baptist è la sua destinazione, nella zona di Riverside, conl’intenzione di sfruttare i suoi centimetri da ala. Ci saranno anche Matteo Porto a Fresno State e Leonardo van Elswyk a Colorado: guardia uno e centro l’altro, Porto entra in una conference durissima che è la Pac-12, ma l’esperienza di high school a Sunrise Academy può aiutarlo, mentre van Elswyk, cittadino del mondo visto che ha origini anche canadesi, olandesi e inglesi, raccoglie l’eredità di papà Peter, che fu alla Viola Reggio Calabria negli stessi anni in cui vi giocava un certo Manu Ginobili.

Andiamo ora coi giocatori che ritroviamo, da sophomore (secondo anno) in su. Riproverà a giocarsi delle carte Alfredo Addesa (Lehigh Mountain), e lo stesso discorso vale per l’ala Riccardo Greppi a Wisconsin. Dovrà provare a farsi largo anche Emmanuel Innocenti, anche se in un ateneo come Gonzaga non è proprio un’attività facilissima vista la concorrenza. Per il bolognese Daniel James c’è Central Connecticut, mentre il centro Michelangelo Oberti è di scena in quell’esclusivo contesto che si chiama Ivy League, e alla University of Pennsylvania, una delle più gloriose degli USA. Anche per lui si tratta di trovar spazio. E poi c’è Timothy van der Knaap, che finora non è riuscito a raccogliere quanto sperato a Bradley, lui che arriva da Bassano del Grappa.

Veniamo agli altri. Ha cambiato aria Niccolò Moretti, fratello di Davide, un anno e mezzo a Illinois e ora nell’AAC a Florida Atlantic, con un intermezzo nella NBA Academy di Canberra (con Gabriel Pozzato). Ci sarà anche Davide Poser, ala piccola, con la maglia di New Hampshire, America East, poi Elia Bongiorno, che vorrà più spazio a Santa Barbara, mentre fa il suo esordio Nicholas Errica in quel di Western Michigan. Stagione da senior, invece, per Leonardo Bettiol, che ha deciso di cambiare aria e passare da Abilene Christian a UMass, a sua volta passata dalla A-10 alla MAC in fatto di conference. Per l’ala di Roncade ultima stagione da 13.1 punti di media, dunque decisamente da protagonista in capo, mentre il centro Giovanni Emejuru, che rimane a East Carolina, nell’ultima annata ha viaggiato a 6.2 punti e 4 rimbalzi di media. Bella la storia di Stefano Faloppa: ha vissuto letteralmente tutto, fino ad arrivare nel transfer portal NCAA e arrivare a New Haven, che proprio quest’anno giocherà per la prima volta in Division I (anche se non potrà giocare la March Madness fino all’annata 2028-2029 per le regole interne).

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