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Nuoto, Thomas Ceccon e i 200 dorso: Hubert Kos è raggiungibile?

Durante l’ultima tappa di Coppa del Mondo di nuoto a Toronto, Thomas Ceccon è salito per la seconda volta in questa serie sul secondo gradino del podio dei 200 dorso, alle spalle del campione olimpico e mondiale Hubert Kos.

L’azzurro ha sempre avuto nel mirino olimpico i 200 dorso, ma come già visto in parte a Singapore, non sembrava del tutto convinto di questa possibilità. Alla luce della nuova stagione e della rassegna di World Cup appena conclusa, quali sono ora gli scenari possibili dei 200 dorso di Thomas Ceccon? Raggiungerà mai l’ungherese Hubert Kos?

Una nota interessante da fare, che accomuna entrambi i nuotatori, è l’abilità di nuotare egregiamente tutti gli stili.

I due giovani campioni hanno entrambi concentrato sempre di più, col crescere dell’età agonistica, le proprie energie verso le gare a dorso. L’atleta vicentino, più improntato sulla velocità, ha preferito i 50 e i 100 dorso, mentre l’ungherese ha prediletto i 200 dorso. Questa scelta è ancora derivata dalle proprie caratteristiche, anche legate al proprio Paese, che vedevano i giovane Hubert Kos spesso impegnato, con grandi risultati internazionali, nei 200 farfalla e nei 400 misti, gare di resistenza e strategia, propri della tradizione ungherese, e il giovane Thomas Ceccon spingersi al massimo sui 200 misti, con ottimi risultati anche nei 100 e 200 stile libero, dove si è appena laureato l’italiano più veloce di sempre in vasca corta, e nelle gare più corte della farfalla.

Questa preparazione giovanile, che li ha portati infatti a titoli europei e mondiali nei primi anni della loro carriera, li ha indirizzati poi verso due differenti cime dell’Olimpo. La prima differenza che osserviamo infatti, ora che possiamo ammirare entrambi i nuotatori sfidarsi tra le corsie, è la strategia di gara. 

Hubert Kos prende subito il comando grazie a una partenza esplosiva ed a subacquee lunghe e potenti, frutto della preparazione con il gruppo di Bob Bowman e l’esperienza in NCAA dove nella vasca da 20 metri e subacquee diventano di primaria importanza.

La sua capacità di mantenere alta la frequenza di bracciata e di sfruttare la fluidità del movimento nelle virate lo rende difficile da contrastare, specialmente nella fase centrale della gara, quando la fatica comincia a farsi sentire. Thomas Ceccon, al contrario, fa affidamento sulla propria potenza e sulla forza muscolare per imprimere subito ritmo alla gara, cercando di costruire un vantaggio nei primi 100 metri. Il vicentino è un velocista: la potenza della spinta in bracciata gli permette di risalire rapidamente in acqua e di tenere testa all’ungherese, ma nelle fasi finali del 200 dorso emerge la differenza tra i due. Tipico dei 200isti è infatti sviluppare e ultime due vasche da 50m, se non le ultime tre, in progressione, concludendo la gara con uno split negativo. Questo emerge chiaramente anche nell’analisi della gara dell’ungherese, mentre è ancora lontana dalla realizzazione nel caso del 24enne allenato da Burlina, che soffre sempre fortemente l’ultimo 50m, dove perde molti metri dagli specialisti.

Il confronto tra vasca corta e vasca lunga evidenzia ulteriormente le caratteristiche dei due nuotatori: Kos eccelle anche in corta, sfruttando al massimo le subacquee, mentre Ceccon resta più competitivo nei tratti potenti della nuotata in vasca lunga, dove la forza esplosiva e la capacità di sprint iniziale diventano determinanti. In ottica olimpica, questo è un vantaggio per l’azzurro, in quanto saranno preponderanti le parti di nuotata fuori dall’acqua. La progressione dei tempi dal 2018 al 2025 mostra come entrambi abbiano migliorato costantemente le proprie prestazioni, ma in modi diversi: Kos ha mantenuto la propria tradizione startegica affinando in America la tecnica della gambata a delfino, mentre Ceccon ha potenziato la forza fisica e la capacità di accelerare in partenza e nella fase centrale.

Da aggiungere però una considerazione: l’azzurro classe 2001 si è tuffato a pieno nella preparazione dei 200 dorso solo a partire dal 2024. Nel giro di tre anni ha infatti abbassato il proprio personale di quattro secondi, conquistando anche il record italiano sulla distanza, sia in vasca lunga (ad Aprile 2025), sia nella recente vasca corta di Toronto. Conoscendo la carriera del nuotatore, sorge l’impressione che l‘unico in grado di porsi limiti sia egli stesso, e che una volta che Thoams Ceccon decide di volersi impegnarsi in un certo evento, quello verrà portato a livelli altissimi. Con queste note, risulta chiaro che il potenziale del vicentino sui 200 dorso sia molto più misterioso e ampio di quello già mostrato da Hubert Kos.

La sceneggiatura futura è ancora tutta da scrivere, ma sarà interessante osservare i margini di crescita entrambi gli atleti. Per ora i numeri parlano chiaro e sono più di due i secondi che separano il miglior tempo dell’ungherese e quello dell’azzurro in vasca lunga: 1:53.19 contro 1:55.71. Tuttavia, sebbene al momento, sulla carta, sembri infatti essere Hubert Kos il più vicino alla specialità dell’italiano dei 100 dorso, Thomas Ceccon sta mostrando sempre più netti miglioramenti nella distanza più lunga. Nel momento in cui l’azzurro avrà preso padronanza della gestione dell’evento, forse anche con l’ausilio dei 200 stile o dei 200 misti, gare più strategiche, e massimizzato la propria capacità di subacquea, la sfida tra i due sarà più che aperta. E a Los Angeles 2028, se non alle rassegne internazionali precedenti, potremmo già assistere a una nuova rivalità, si spera, sui 200 dorso.

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