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Sci alpino, Vinatzer l’unico sorriso azzurro a Soelden. Il futuro del gigante femminile spaventa

Si è alzato il sipario sulla nuova stagione della Coppa del Mondo di sci alpino. In quel di Soelden è stato un inizio con più ombre che luci per l’Italia, che si aggrappa alla rimonta di Alex Vinatzer per avere un sorriso. L’altoatesino firma un ottavo posto sicuramente incoraggiante in chiave futura, complice anche quello mostrato in pista in una seconda manche decisamente convincente e grazie alla quale ha rimontato ben tredici posizioni. Restano i rimpianti per la prima, dove lo stesso Vinatzer ha ammesso di non aver dato tutto e attaccato completamente, nonostante il feeling che sembrava esserci con la neve ed il tracciato.

Il neo tecnico Mauro Pini può sicuramente essere soddisfatto della prova di Vinatzer, che ha dimostrato di poter essere protagonista in gigante e che ora vivrà invece un doppio esame in slalom tra Levi (si riparte tra due settimane) e poi Gurgl. Da capire il rendimento dell’altoatesino tra i rapid gates, considerando una stagione in cui ci sarà sempre il doppio impegno nelle discipline tecniche.

Con tre qualificati alla seconda manche, gli uomini hanno fatto meglio delle donne (solamente Asja Zenere) e va considerato che Luca de Aliprandini non è ancora assolutamente al meglio. Il nativo di Cles, che conferma il poco feeling con la pista di Soelden, ha deciso per una preparazione che lo dovrà portare ad essere al massimo tra gennaio e febbraio, quando ci sarà il grande appuntamento delle Olimpiadi. Bravo Giovanni Borsotti a centrare i primi punti dell’anno con una seconda manche volenterosa. Tra i lavori che Pini dovrà fare c’è sicuramente quello di recuperare un talento completamente smarrito come quello di Filippo Della Vite, che è sembrato in grande difficoltà a Soelden nella prima manche.

Passiamo al tasto dolente, che è stato ovviamente il sabato di Soelden. Le assenze di Federica Brignone e Marta Bassino sicuramente sono pesantissime, ma a preoccupare è quello che non si intravede dietro di loro. Una difficoltà evidente in gigante, che già nelle passate stagioni si era notata, ma che era stata mascherata dai grandi risultati ottenuti dalle due già citate. Il rischio è quello che il gigante femminile diventi come lo slalom, entrando in un vortice di risultati mediocri dal quale uscirne diventa sempre più difficile.

Un applauso va fatto sicuramente ad Asja Zenere, unica qualificata per la seconda manche, che alla fine conclude in diciassettesima posizione, mettendo in cascina i primi punti della stagione. Da Zenere devono assolutamente prendere spunto le altre azzurre, che si sono prese distacchi anche abbastanza inaccettabili in certi casi.

Il capitolo finale è tutto per Sofia Goggia, la cui gara si è interrotta sul muro del Rettenbach nel corso della prima manche. Era una prova fino a quel momento intorno alla Top-10 (probabilmente poco fuori) per la bergamasca, che avrebbe poi potuto migliorarsi nella seconda. Invece è arrivata un’uscita, per fortuna senza conseguenze, che fa partire Sofia con uno zero in una stagione dove soprattutto in gigante deve essere continua e fare un cambio di passo importante se vuole lottare per la classifica generale e tenere il passo di Lara Gut-Behrami e Mikaela Shiffrin.

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