Brugnami, l’orizzonte è azzurro. Targhetta, futuro da portento. Macchini sbava. Specialisti o squadra dopo i Mondiali?
Un giovane talento sbocciato in maniera meravigliosa, un veterano nuovamente ai vertici, una promessa acclarata un po’ sfortunata. Questo è il bilancio in sintesi dell’Italia ai Mondiali 2025 di ginnastica artistica sul fronte maschile: si era partiti per Jakarta con l’obiettivo di accedere a delle finali (tre erano un target concreto) e di conquistare delle medaglie (una poteva essere nelle corde, a quattro anni dalle ultime gioie in questa manifestazione), si è tornati a casa a mani vuote in termini di allori e con due atti conclusivi all’attivo, ma anche con delle indicazioni importanti sul fronte tecnico.
Tommaso Brugnami si è fermato ad appena diciassette millesimi dalla medaglia di bronzo al volteggio: il quarto posto, alla sua prima rassegna iridata tra i grandi, a cui ha preso parte da Campione del Mondo juniores di specialità, è assolutamente significativo e fa intendere che il 19enne marchigiano ha delle potenzialità enormi da poter sfruttare nel prossimo futuro. Il ribattezzato Piumino si distingue per delle doti eccelse in fase di esecuzione e i suoi Kasamatsu e Yurchenko con triplo avvitamento sono di impattante caratura tecnica, già al passo con i big e con la possibilità di aggiungere dei mezzi avvitamenti che lo proietterebbero ancora di più ai vertici.
L’allievo di Fabrizio Marcotullio si è distinto non soltanto per la qualità della sua ginnastica, ma anche per la freddezza, la solidità mentale, la tenacia, la capacità di migliorarsi di un paio di decimi tra qualifiche e finali, la bravura nel mantenere la concentrazione e non farsi sopraffare dalle emozioni. Non bisogna lasciarsi andare all’entusiasmo e fare voli pindarici, ma è acclarato che le potenzialità di questo atleta sono rimarchevoli e che si può crescere in maniera importante.
La domanda è però d’obbligo: si continuerà sulla strada delle specialità (è stato bravo anche al corpo libero) oppure si lavorerà sul concorso generale, visto anche l’argento conquistato lo scorso anno agli Europei under 18 in quel di Rimini? Proprio questo quesito può essere girato a tutta la squadra: dopo un ultimo quadriennio in cui si è insistito tanto sulla squadra per qualificarsi alle Olimpiadi, conquistando comunque medaglie importanti agli Europei (tra cui uno storico oro), verrà concesso più spazio agli specialisti, come fatto in questa edizione dei Mondiali, oppure ci si concentrerà in maniera importante ancora sui generalisti?
Le qualità innate di Gabriele Targhetta erano già emerse in primavera quando, alla sua prima apparizione in maglia azzurra maggiore, conquistò la medaglia di bronzo agli Europei. Il 19enne lombardo aveva offerto uno splendido stile sul cavallo con maniglie, un perfetto connubio di tra plasticità, eleganza, forza e fluidità di esecuzione, fondamentale per emergere in campo internazionale. L’azzurro si era distinto anche per la pacatezza, per la proprio semplicità, per la testa sulle spalle nonostante la giovane età. Tutto confermato a questi Mondiali, dove ha però commesso una letale sbavatura sul penultimo elemento in qualifica.
L’incertezza sul Bezugo lo ha relegato al nono posto, primo degli esclusi dalla finale per appena 34 millesimi. La nota di partenza era rimarchevole (6.0, soltanto come il kazako Nariman Kurbanov e lo statunitense Patrick Hoopes tra gli ammessi all’atto conclusivo), il suo 14.266 valeva almeno due-tre decimi in più senza quell’imprecisione. Si è saliti sul podio con 14.566 e si vinceva con 14.600, sulla carta punteggi non così inarrivabili per Gabriele Targhetta, che ha di fronte a sé un futuro promettente. Stiamo parlando di un super specialista e la domanda di prima sul discorso squadra torna inevitabilmente in auge, occorrerà trovare i giusti incastri.
Carlo Macchini è stato bravo a tornare ai vertici dopo il brutto errore commesso alle Olimpiadi di Parigi 2024. Questa volta il 29enne marchigiano ha commesso una sbavatura importante sul movimento Cassina, lasciando per strada anche mezzo punto. Il sesto posto finale alla sbarra non è quello che sperava a quattro anni dall’amara quarta piazza di Kitayushu (stesso punteggio dalla medaglia di bronzo, lo statunitense Brody Malone venne premiato per migliore esecuzione e a Jakarta si è laureato Campione del Mondo), ma va appuntato che una medaglia sarebbe stata difficilmente agguantabile anche con un esercizio perfetto.
Semplicemente il già citato Malone, il giapponese Daiki Hashimoto (Campione del Mondo all-around per la terza volta consecutiva), il britannico Joe Fraser e il giapponese Tomoharu Tsunogai sono stati superiori. Il D Score del ribattezzato Bistecca (6.1) è valido, ma serve ancora di più e soprattutto è l’esecuzione che deve risultare impeccabile: servirà lavorare ulteriormente lungo il cammino che condurrà alle Olimpiadi di Los Angeles 2028 se si vorrà essere ulteriormente protagonisti.
Capitolo Yumin Abbadini: dopo un ottimo 2024 da generalista, si è concentrato per l’occasione sulle specialità, ha modificato gli esercizi rispetto a quelli esibiti agli Europei, ci ha provato alla sbarra e al cavallo con maniglie, ma il livello medio è parso decisamente più elevato. Il lombardo sarà chiamato a un’accorta valutazione, con la certezza che un all-arounder della sua solidità sia di fondamentale importanza per la squadra. Giornata di qualifica negativa per Thomas Grasso (caduto al volteggio e al corpo libero) e per Edoardo De Roso (sottotono al suo cavallo), la cui avventura iridata si è chiusa immediatamente.

