Perotti: “Devo gestire le emozioni, ero agitata”. Brugnami: “Sono vicino ai migliori”. Macchini: “Mi scoccia”
L’Italia era presente in tre finali nell’ultima giornata dei Mondiali 2025 di ginnastica artistica: Tommaso Brugnami si è fermato al quarto posto al volteggio, ad appena diciassette millesimi dal bronzo; Giulia Perotti è caduta nell’ultima diagonale al corpo libero e ha chiuso in ottava posizione; Carlo Macchini ha commesso un’imprecisione sul movimento Cassina e ha terminato in sesta piazza. Il Bel Paese torna a casa da Jakarta (Indonesia) senza medaglie, per la terza volta consecutiva la rassegna iridata non regala soddisfazioni in termini di podi e le ultime gioie risalgono al trionfale 2021 (quattro allori: un oro, due argenti, un bronzo).
Tommaso Brugnami ha espresso la propria soddisfazione attraverso i canali federali: “Non ci posso credere. Se me l’avessero detto un mese fa l’avrei scambiato per un sogno come quelli che faccio di notte. Davanti ci sono tre ginnasti che un anno fa guardavo in televisione durante le Olimpiadi di Parigi. Adesso sono solo ad un passo da loro. E’ stato bello partire per primo, così mi sono goduto una finale mondiale, dal vivo, seduto al kiss and cry. Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicino, dal mio allenatore alla mia famiglia, fino ai fisioterapisti e lo staff che mi segue ad Ancona”.
Il suo allenatore Fabrizio Marcotullio ha già guardato al prossimo futuro: “Questo è un ragazzo d’oro, altroché. Anche in questa trasferta mi ha regalato delle emozioni uniche. Oggi ha fatto il massimo ma lavoreremo per aggiungere mezzo avvitamento, sia sullo Yurchenko, sia sul Kasamatsu, un salto quest’ultimo, che sta maturando bene. I margini ci sono, bisogna solo tornare in palestra e spingere per il prossimo appuntamento”.
Giulia Perotti manifesta un po’ di amarezza, ma guarda avanti e individua già i punti su cui intervenire: “È stata una bellissima esperienza, mi sono divertita. L’esercizio non è andato come speravo ma sono contenta di essere tra le migliori otto del Mondo al corpo libero. Questa trasferta mi ha dato tanto, è stato bello passare del tempo con le mie compagne, non solo in palestra, in hotel, in giro per la città, siamo anche riuscite a fare un po’ di shopping. Ora tornerò a casa e cercherò di migliorare dove ho sbagliato, lavorando sia sulla gestione delle emozioni, che mi hanno creato un po’ di agitazione, sia dal punto di vista tecnico, inserendo nuovi elementi. Delle altre mi sono piaciute molto le inglesi, soprattutto Ruby. Però devo dire che è stato uno spettacolo seguirle tutte da così vicino. In tante sono venute da me a farmi i complimenti, avendomi visto un po’ giù, e mi hanno detto che sono stupenda e che questo è solo l’inizio”.
Carlo Macchini ha analizzato la propria prestazione: “È stata sicuramente una finale mondiale degna di questo nome. Sicuramente sono contento per il percorso che ho fatto fino a qui. Il Pegan, per come si era messa, poteva essere fatale, invece sono riuscito ad aggrapparmi, perdendo il ritmo sul salto successivo. La seconda parte della routine invece è stata davvero buona. Il piazzamento mi scoccia, non posso nasconderlo, ma sono anche orgoglioso di ciò che ho fatto e tra qualche minuto mi tornerà il buon umore. I primi quattro a salire non hanno lasciato niente a chi veniva dopo, ed era difficile rimanere impassibili a quanto stessero facendo. Io però non gareggio mai contro gli altri, e non mi infastidisce né il punteggio dei miei avversari, né la classifica provvisoria, sono dispiaciuto solo e soltanto per la mia imprecisione. Ho provato ad isolarmi, il 14.933 di Brody Malone mi ha fatto piacere per lui ma, di fatto, ha ammazzato la gara. Ho pensato “che bravo, ora devo fare il mio esercizio e poi si vedrà”. Quello era l’obiettivo. Ci sono quasi riuscito e per me il bicchiere è mezzo pieno. Saluto e ringrazio la Polizia di Stato, la Federazione, la mia famiglia, i miei allenatori, la mental coach e la dottoressa, stiamo costruendo una favola, tutti insieme. Ci divertiamo!”.

