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MotoGP, “l’azzurra magia” di Sepang. Quante gradite sorprese per i piloti italiani in Malesia!

La scorsa settimana si è scritto di come Phillip Island sia diventato un circuito nemico dei piloti italiani dopo aver regalato tante gioie in un passato ormai remoto. Ora che il Gran Premio d’Australia è in archivio e ci si avvicina a quello della Malesia, è curioso notare come viceversa Sepang sia un autodromo che ha assunto i contorni dell’enclave tricolore nella penisola di Malacca!

Come a Phillip Island, l’inizio del XXI secolo è stato caratterizzato da un filotto di successi italiani che però non era espressione del dominio di Valentino Rossi. Certo, il Dottore vinse quattro volte (2001, 2003, 2004, 2006), ma nel mezzo si infilarono anche Max Biaggi (quella del 2002 fu la sua ultima affermazione in Yamaha) e Loris Capirossi (2005).

Rossi ha vinto altre due volte (2008, 2010) e non è mancato all’appello neppure Andrea Dovizioso. Anzi, il primo trionfo di quest’ultimo (2016) rappresentò il suo ritorno al vertice. Dovi aveva primeggiato una volta sola in MotoGP (a Donington nel 2009), dopodiché si era sempre dovuto accontentare di piazzamenti. Almeno fino al 30 ottobre 2016, quando cominciò la sua epopea in Ducati e lui cambiò dimensione in MotoGP, da comprimario di lusso a protagonista assoluto.

Dovizioso rivinse nel 2017. Quindi, dopo il Covid, si è materializzato un nuovo filotto italiano tuttora aperto con Francesco Bagnaia (2022, 2024) ed Enea Bastianini (2023). Proprio questa affermazione merita di essere sottolineata, perché arrivò in una stagione oltremodo negativa per il romagnolo. Eppure, a Sepang, Bestia disputò un GP perfetto, sovrastando tutti gli avversari.

Insomma, il bilancio complessivo nell’autodromo edificato ai margini di Kuala Lumpur il bilancio dice Italia 13 – Resto del Mondo 10. Il dato pregnante è però rappresentato dal fatto di aver visto concretizzarsi tanti successi tricolore che non potevano certo essere definiti scontati.

Biaggi capace di vincere con Yamaha nel 2002 (battendo Rossi e Honda). Capirossi dominante nel 2005 su una Ducati ancora lontana dalla supremazia corrente. Lo stesso Rossi nel 2010 non si imponeva da sei mesi. L’emersione di Dovizioso quale top-rider certificata dal 2016 e il lampo di Bastianini nel 2023. Tutti trionfi tra l’inaspettato e il sorprendente. Chissà, anche il 2025 regalerà una gioia inattesa a un italiano? Domenica la risposta!

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