Marco Campodonico: “Ai Mondiali testeremo nuove ginnaste per valutarne il livello in certi contesti”
Marco Campodonico, allenatore della Nazionale italiana di ginnastica artistica, è stato ospite di Ginnasticomania, trasmissione condotta da Chiara Sani che va in onda sul canale YouTube di OA Sport, nella quale ha parlato, tra l’altro, degli imminenti Mondiali.
Le azzurre sono al lavoro in vista della rassegna iridata: “Il collegiale sta procedendo bene, molte ginnaste sono al rientro dopo un periodo di vacanza e quindi è un lavoro molto tranquillo, di ripresa, con un allenamento al giorno, dove cerchiamo anche di familiarizzare tra di noi, di rivederci, e anche scambiare opinioni fra gli allenatori per programmare poi quello che sarà il prossimo futuro. Abbiamo ripreso il nostro solito lavoro con un po’ più di tranquillità, e devo dire che le cose stanno andando decisamente meglio, è sempre difficile trovare degli stimoli dopo questi grossi successi che abbiamo avuto, bisogna ricaricare le pile e porsi dei nuovi obiettivi. Il 2028 non è così distante, quindi bisogna cominciare già a pensarci, ma in maniera molto tranquilla, ponendoci degli obiettivi, e lo faremo di volta in volta, un pezzettino alla volta, proprio per arrivare il più tranquillamente, ma il più in forma possibile, a quelli che saranno gli appuntamenti importanti, con i Mondiali qualificanti e poi, speriamo, il discorso olimpico“.
Il clima familiare che si respira in azzurro: “Di certo è una situazione che dobbiamo cercare di mantenere, soprattutto con le ginnaste che sono da noi nel giro della Nazionale e comunque, per quello che mi riguarda personalmente, da quando sono piccole. L’importante è mantenere questo clima di serenità, che è anche d’esempio per le giovani che entrano, e quindi anche loro respirano questo tipo di situazione e si avvicinano anche con meno tensioni dal punto di vista personale, perché è normale che sia così, quando raggiungi l’apice un po’ la pressione aumenta. Se riusciamo a mantenere un clima sereno, con delle prospettive ben definite, sempre lavorando e facendo quello che serve, non dico che il risultato è assicurato, però sicuramente facciamo un grosso passo in avanti da questo punto di vista, responsabilizzandole, dando loro, come dicevo prima, degli obiettivi, e sempre cercando di essere sicure di se stesse per ottenere il massimo da ognuna di loro. Condividono gli stessi obiettivi, condividono lo stesso stile di vita, e le gradi probabilmente riescono a trasmettere quelli che sono i valori su cui basarsi per poi procedere nel modo migliore possibile. Bisogna rendersi conto piano piano di quello che si è fatto, per quello che mi riguarda personalmente, perché al momento c’è l’impatto e poi le cose un po’ sedimentano a pensarci dopo, ai risultati che sono stati ottenuti, a come sono stati ottenuti, danno una grossa soddisfazione, soprattutto con delle ragazze, più che ginnaste, delle ragazze che vivono con te praticamente da un sacco di tempo, e quindi diventa una cosa ancora più vissuta e una cosa ancora più bella“.
La preparazione è finalizzata agli imminenti Mondiali: “Questi sono dei Mondiali individuali, hanno comunque un’importanza notevole, perché comunque si vincono delle medaglie. Un po’ di ricambio probabilmente lo faremo, proprio per avere la possibilità, come è già stato agli Europei, di testare nuove ginnaste e vedere che cosa si può fare anche a questo livello, soprattutto con trasferte anche abbastanza impegnative, perché saranno a Giacarta, quindi una trasferta molto lunga, con delle situazioni nuove e che incidono anche su quello che è la trasferta stessa, il risultato e tutto il lavoro che c’è da fare. Si vivranno situazioni nuove, che non sono abituate a testare, tipo il fatto di stare in un Paese che non sia europeo, con cibi diversi, con persone diverse, con delle trasferte molto più lunghe, con dei voli di trasferimento molto più lunghi. Sono tante cose che incidono alla fine, fusi orari diversi, non è una cosa da sottovalutare, e diciamo che è un allenamento anche questo. Speriamo di continuare a confermarci, che è sempre la cosa più difficile“.