Antonella Palmisano si sfoga sui social: “Le mie vittorie come non fossero mai esistite, mi sono rotta…”
Antonella Palmisano non ci sta. Un duro sfogo della marciatrice italiana, argento nella 35 km ai Mondiali 2025 di Tokyo. La campionessa olimpica della 20 km sempre nella capitale giapponese quattro anni fa ha risposto a muso duro a un post pubblicato dagli organizzatori dei prossimi Europei di Birmingham, in collaborazione con European Athletics e la federazione nazionale di atletica. Il motivo? Una grafica nella quale erano rappresentati tutti i volti delle medaglie azzurre nella rassegna iridata nel Sol Levante a eccezione proprio dell’argento nella 35 km conquistato dall’atleta pugliese.
Questo post, come è stato poi specificato dalla stessa Palmisano, è stato rimosso posteriormente alla segnalazione e all’intervento del presidente. Una situazione analoga si era verificata due stagioni fa prima degli Europei a Roma. Un motivo in più per cui l’azzurra ha voluto far valere il suo status e rivendicare con forza il valore della sua specialità.
“Questa sera ho assistito all’ennesima presa in giro: European Athletics e i responsabili della comunicazione della Federazione hanno ripostato un post di Birmingham per annunciare gli Europei 2026 e, ancora una volta, tra le medaglie di Tokyo 2025 la mia non c’è. Prontamente, dopo la mia chiamata al Presidente e grazie al suo intervento questo post è stato rimosso“, ha spiegato Palmisano.
“Non è la prima volta. È sempre così. La mia disciplina è ignorata, le mie vittorie cancellate come se non fossero mai esistite. Sono stanca. Stanca delle mie medaglie silenziose, di una marcia trattata come uno sport di serie B, di un DT che dimentica di nominare la mia medaglia nel bilancio della squadra alla conferenza stampa e neanche riportato nel sito della Fidal“, il riferimento dell’azzurra anche a chi gestisce la squadra nostrana (Antonio La Torre).
“Stanca di questa mancanza di rispetto continua e sistematica, che ormai non è più una svista: è una SCELTA.
Ho vinto per l’Italia, ho portato il tricolore sul podio, ho dato tutto ogni singola volta… Eppure sembra che per qualcuno non valga nulla. Forse l’allora presidente del CONI, Giovanni Malagò, comprese realmente la mia battaglia e la mia delusione. Beh, non starò più zitta. Pretendo rispetto. Pretendo che il mio nome e la mia storia vengano ricordati. Perché se oggi l’atletica italiana può vantare certe medaglie, è anche grazie a me. E chi continua a far finta di non vederle dovrebbe solo vergognarsi“, ha concluso la marciatrice pugliese.