Timidi segnali di ripresa per l’Italia ai Mondiali di lotta. Ma il divario dal vertice resta ampio
La Nazionale italiana di lotta è rimasta a bocca asciutta in termini di medaglie per la quinta edizione consecutiva dei Campionati Mondiali, confermando dunque in tal senso il trend negativo dell’ultimo lustro. Il bilancio della spedizione azzurra a Zagabria non è però del tutto fallimentare, anche alla luce di alcune assenze molto pesanti rispetto al recente passato.
L’Italia si è presentata infatti all’appuntamento più importante della stagione senza i due medagliati olimpici Frank Chamizo e Abraham Conyedo (alle prese con un anno di stop dalle competizioni) e dovendo fare i conti con il doloroso forfait per infortunio di Aurora Russo, unica medagliata azzurra lo scorso aprile agli Europei di Bratislava.
A conti fatti sono venuti meno poi anche i due big della greco-romana tricolore Danila Sotnikov (iscritto alla vigilia, ma non presente in gara) e Nikoloz Kakhelashvili, che si è fatto male durante il suo match d’esordio nella competizione. Tutto ciò ha indebolito inevitabilmente l’organico italiano, riducendo all’osso le possibilità di giocarsi una medaglia in un contesto di altissimo livello internazionale.
Alcune seconde linee del movimento azzurro hanno saputo alzare l’asticella, disputando un buon torneo e portandosi ad un solo incontro dalla finale per il bronzo. Nota di merito soprattutto per Emanuela Liuzzi ed Enrica Rinaldi, che hanno vinto due combattimenti a testa nelle eliminatorie raggiungendo i quarti ed uscendo di scena nei ripescaggi in categorie di peso olimpiche come la 50 e la 76 kg.
Peccato anche nei 92 kg stile libero (categoria non olimpica) per Benjamin Honis, che ha visto sfumare per un soffio l’accesso alla finale di consolazione. In ogni caso il divario dall’élite globale è ancora abbastanza ampio e bisognerà affidarsi in primis a nuovi talenti emergenti per sperare in futuro di colmare progressivamente il gap e tornare a battagliare stabilmente per le medaglie a Mondiali e Olimpiadi.