L’Italia ritocca il record di medaglie vinte ai Mondiali di atletica. Dibattito sull’edizione migliore di sempre
L’Italia ha conquistato sette medaglie ai Mondiali 2025 di atletica: l’oro di Mattia Furlani nel salto in lungo; gli argenti di Andrea Dallavalle (salto triplo), Nadia Battocletti (10.000 metri) e Antonella Palmisano (35 km di marcia); i bronzi di Leonardo Fabbri (getto del peso), Iliass Aouani (maratona) e Nadia Battocletti (5.000 metri). Manca soltanto una giornata al termine della manifestazione a Tokyo e il Bel Paese sarà presente nella domenica conclusiva soltanto con la 4×400 femminile, le cui possibilità di salire sul podio sono molto ridotte.
La nostra Nazionale ha così migliorato di un’unità il record di medaglie in una rassegna iridata: il precedente primato era di sei allori, risalente a Göteborg 1995 (due ori, due argenti, due bronzi). In Svezia si festeggiarono i trionfi di Fiona May (salto in lungo) e Michele Didoni (20 km di marcia), i secondi posti di Elisabetta Perrone (10 km di marcia) e Giovanni Perricelli (50 km di marcia), le terze piazze di Ornella Ferrara (maratona) e della 4×100 maschile.
A Tokyo si è ritoccato e il bottino complessivo di podi, ma manca un titolo rispetto all’edizione di trent’anni fa in terra scandinava. L’Inno di Mameli è suonato due volte ai Mondiali soltanto in tre occasioni: oltre a Göteborg vanno ricordate Roma 1987 (Francesco Panetta sui 3000 siepi e Maurizio Damilano nella 20 km di marcia, per un bottino totale pari a 2-2-1) e Siviglia 1999 (giubilo per Fabrizio Mori sui 400 ostacoli e Ivano Brugnetti nella 50 km di marcia, chiusura con uno score di 2-2-0). Il dibattito è inevitabile: meglio una medaglia in più senza guardare al colore dei metalli oppure una medaglia in meno, ma con un oro in più?
Nella capitale giapponese si è vista una Nazionale competitiva su tanti fronti, con molte punte in grado di brillare e ottenere i risultati sperati, ma anche grandi outsider (Aouani e Dallavalle su tutti). Non sono mancate le controprestazioni, su tutte quella di Larissa Iapichino, rimasta fuori dalla finale di salto in lungo, e la forma non impeccabile di Andy Diaz nel salto triplo. L’Italia chiuderà con all’attivo 15 finali, a un passo dal record di sedici raggiunto ad Atene 1997 (in quel caso un oro, un argento, un bronzo).