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Pagelle Mondiali atletica 2025: Battocletti sempre più in alto, giornata nera per le 4×100

PAGELLE MONDIALI ATLETICA 2025

Sabato 20 settembre

Nadia Battocletti, 9: ancora una volta si conferma atleta da podio mondiale. Gara lineare, Nadia resta sempre lucida: tiene la posizione giusta e sceglie di giocarsi tutto nel finale. Negli ultimi 600 metri prende l’iniziativa, poi si incolla a Chebet e Kipyegon, accetta la lotta e non perde più di tanto. Il bronzo che conquista è molto più di una medaglia: è la certificazione definitiva della sua dimensione internazionale. Settima medaglia per l’Italia in questo Mondiale, ma una delle più pesanti perchè arrivata in una gara dal livello stellare.

Sveva Gerevini, 7,5: chiude 13ª con 6167 punti, ma il dato più importante è la solidità ritrovata. Parte con qualche sbavatura nel lungo, che poteva comprometterle il morale, invece reagisce con carattere: nel giavellotto piazza il PB a 44,16 e negli 800 finali si esalta con un buon 2’08”89, quarto tempo di prova. Il bilancio complessivo racconta di una multiplista matura, capace di gestire gli alti e bassi di due giornate intense. Non ancora ai livelli delle migliori, ma il percorso di crescita riparte da qui, con margini concreti su ostacoli e alto. Questo SB vale come un piccolo successo personale.

Alexandrina Mihai, 6,5: 15ª in 1h29’44, porta a casa una prova regolare e in progressione. Non forza all’inizio, sceglie di stare nel gruppo che conta, poi avanza quando le altre cedono. È una gara senza acuti ma molto solida, che certifica la sua affidabilità in contesti mondiali.

Federica Curiazzi, 6.5: 17ª in 1h29’48, sempre nel suo passo, senza eccessi né cedimenti. Non riesce a incidere, ma resta presente fino alla fine con ordine e tecnica.

Antonella Palmisano, 6: si ferma. Aveva già regalato emozioni enormi in questo Mondiale, ma oggi le gambe non rispondono e la scelta di fermarsi è dolorosa ma inevitabile. La sua grandezza non si misura con una singola gara, e questo stop non intacca il suo peso specifico nella storia recente della marcia italiana.

Francesco Fortunato, 5,5: 16° in 1h21’00, esce ben presto dalla lotta per le medaglie, poi ha il merito di non crollare. È un piazzamento che conferma comunque la sua solidità: non è giornata di lampi, ma la consistenza c’è.

Gianluca Picchiottino, 5.5: 23° in 1h23’50, fatica a trovare il ritmo giusto e resta lontano dai suoi standard. Porta comunque a termine la gara con ordine ma può fare di più.

Andrea Cosi, 5: 36° in 1h24’18 con penalità: una giornata che era iniziata bene con un ritmo elevato che gli ha permesso di restare nel gruppo di testa e poi lo stop forzato. Per lui però vale come esperienza: utile per crescere e imparare a gestire la pressione di un Mondiale.

Anna Polinari, 7: parte bene e non si lascia schiacciare dall’adrenalina della prima frazione. Corre con sicurezza, chiude in 51”45 e consegna il testimone in buona posizione. È una prova di maturità che conferma la sua affidabilità.

Virginia Troiani, 7,5: molto buona la sua frazione, autrice di una corsa grintosa e coraggiosa. In 51”05 rimonta posizioni e tiene l’Italia agganciata al treno delle migliori. Segnali forti da un’atleta che cresce gara dopo gara.

Alessandra Bonora, 7: non era facile reggere il confronto di una terza frazione sempre caotica e ricca di campionesse. Lo fa con personalità, non si scompone e chiude forte  rilanciando la squadra. Una prova da vera specialista della staffetta.

Alice Mangione, 7,5: leader indiscussa della staffetta, prende il testimone e corre con la testa e con il cuore. Con il suo 50”88 finale sigilla il passaggio in finale. È la frazione che mette il sigillo a un quartetto in crescita continua.

Vittoria Fontana, n.g.: parte bene ma si ferma subito per un infortunio muscolare. Una sfortuna tremenda che toglie alle azzurre ogni chance. Non è un demerito tecnico, ma resta un colpo durissimo.

Gloria Hooper, n.g.: si ritrova costretta a gestire un cambio compromesso dall’imprevisto. Tiene comunque il testimone in corsa e fa il suo dovere con professionalità.

Dalia Kaddari, n.g.: in un contesto condizionato fa il possibile. Corre generosa, consapevole che la staffetta è ormai fuori gioco.

Alessia Pavese, n.g.: chiude con dignità una gara che era già segnata. Merita il voto per la serietà con cui porta a termine il compito.

Eseosa Desalu, 5: il primo cambio è complesso e condiziona l’intera gara. Fatica a trovare il giusto timing di partenza, lanciando in difficoltà la seconda frazione.

Lamont Marcell Jacobs, 5,5: parte già penalizzato dal contatto con il sudafricano, che lo sbilancia. Stringe i denti, produce una buona frazione lanciata, ma il ritardo accumulato pesa. Non si può giudicare solo dal tempo: c’è tanta sfortuna.

Lorenzo Patta, 5,5: prova a riaggiustare la situazione in curva, corre con la solita generosità, ma lo svantaggio è ormai marcato e oggi non può essere giorno di magie per lui che comunque il suo lo fa. Resta un anello solido della staffetta, ma oggi non basta.

Matteo Melluzzo, 5,5: prova a chiudere dignitosamente, ma la gara è segnata. Corre con grinta, consapevole di non avere margine. Sfortunato, ma prezioso per il futuro del quartetto.

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