DECOLLO D’ARGENTO! Un mastodontico Andrea Dallavalle si inchina solo al fuoriclasse Pichardo ai Mondiali. Diaz limitato dal fisico
Ha accarezzato la magia surreale, ha sfiorato il cielo con un dito, ha confezionato il balzo della vita ed è andato a tanto così dal mettere in fila tutti i fenomeni della specialità, da autentico outsider della vigilia. Andrea Dallavalle stava per fare saltare il banco ai Mondiali 2025 di atletica, si era portato al comando della gara di salto triplo con un ultimo volo strabordante e poi si è messo alla finestra ad aspettare gli avversari.
Il piacentino si era reso protagonista di una prova decisamente solida, aperta con 17.00 metri e proseguita con 16.93, 17.24, 17.06 e 17.15. Il 25enne occupava la quarta piazza a un solo centimetro dal terzo gradino del podio e ha cercato il tutto per tutto all’ultimo tentativo, firmando il gesto tecnico perfetto inseguito a lungo in carriera: rincorsa velocissima con 1,5 m/s di vento a favore, concede qualcosa di troppo all’asse di battuta (12,8 centimetri), ma poi incanta con un profondissimo hop (6.28), uno step solidissimo (5.21) e un jump da 6.15, chiudendo meravigliosamente nella sabbia.
Andrea Dallavalle atterra a 17.64 metri, migliorando di addirittura 28 centimetri in un colpo solo il proprio personale (17.36 lo scorso 23 febbraio ad Ancona, durante la stagione in sala) e diventando il secondo italiano di sempre all’aperto, superando il 17.60 di Fabrizio Donato e mettendosi in scia ad Andy Diaz (17.75, poi 17.80 di record italiano a fine marzo al coperto). L’allievo di Ennio Buttò ha superato l’algerino Yasser Mohammed Triki (17.25), il cubano Lazaro Martinez (17.49) e il portoghese Pedro Pichardo (17.55). Sul più bello, però, il lusitano ha tirato fuori tutta la sua classe sconfinata e ha piazzato il 17.91 (miglior prestazione mondiale stagionale, migliorato il 17.80 di Andy Diaz) che gli è valso la medaglia d’oro.
Argento al collo di un sontuoso Dallavalle, che in inverno era stato terzo agli Europei Indoor e che ai Mondiali era stato quarto nell’edizione di Eugene 2022. Il nostro portacolori ha strabiliato sulla pedana di Tokyo, dove fu nono alle Olimpiadi di quattro anni fa, e ha così regalato all’Italia la sesta medaglia di questa edizione iridata: terzo argento dopo quelli di Antonella Palmisano (35 km di marcia) e Nadia Battocletti (10.000 metri), ad affiancare l’oro di Mattia Furlani (salto in lungo) e i bronzi di Leonardo Fabbri (getto del peso) e Iliass Aouani (maratona). Il Bel Paese ha eguagliato il record di allori che reggeva da Göteborg 1995 (2-2-2), con l’occasione di superarlo nel corso del weekend.
Pedro Pichardo ha trionfato ai Mondiali per la seconda volta in carriera, dopo il sigillo del 2022 a Eugene, sempre in rappresentanza del Portogallo. Il Campione Olimpico di Tokyo 2020 e argento ai Giochi di Parigi 2024 era salito sul podio per due volte quando difendeva i colori di Cuba (2013 e 2015). Il bronzo è finito al collo del cubano Lazaro Martinez (17.49), mentre il nostro Andy Diaz si è fermato al sesto posto: il Campione del Mondo e d’Europa indoor, nonché detentore della world lead prima dell’ultimo volo di Pichardo, era visibilmente debilitato dal punto di vista fisico.
La rincorsa era lenta e macchinosa, in volo non riusciva a offrire il suo gesto perentorio, faticava a chiudere e non è andato oltre i 17.19 metri, raggiunti al terzo tentativo (la serie: nullo, 16.35, 17.19, 16.93, nullo, 16.81). Il bronzo olimpico di Parigi 2024 e fresco vincitore delle finali di Diamond League si è accodato al già citato Triki e al giamaicano Jordan Scott (17.21), restando con l’amaro in bocca per i problemi fisici con cui ha dovuto fare i conti in questa stagione e che lo hanno fortemente debilitato.