Josefa Idem: “Ho incontrato tante difficoltà per gli stereotipi della donna nello sport. L’Italia mi ha cambiata”
Josefa Idem è stata l’ospite dell’ultima puntata di OA Focus, speciale canoa, in onda sul canale Youtube di OA Sport. La fuoriclasse del kayak individuale si è raccontata a 360 gradi, partendo dagli inizi della sua avventura, passando per gli innumerevoli successi inanellati, concludendo con il dopo-canoa e il suo presente.
La italo-tedesca ha iniziato il suo racconto dai primissimi passi in questo sport: “Un pochino è stata la canoa a venire a cercare me e mia sorella. Io e lei abbiamo 15 mesi di differenza ed eravamo sempre insieme da piccole. Anche se facevamo scuole diverse. A quella di mia sorella sono andati a proporre la canoa e ci hanno convinto. All’epoca poi cadevo sempre in acqua, ho impiegato una vita a stare in equilibrio, poi piano piano ce l’ho fatta. Non era la cosa più importante, però. Per me era troppo importante stare con le amiche. L’allenamento, prima e dopo. Passano gli anni, trovo una tecnica efficace ed a 15 anni vinco i Campionati tedeschi ragazze, contro rivali che avevano quasi 2 anni più di me. La Federazione mi ha messo sotto la propria attenzione e ho iniziato a fare sul serio. Sono arrivate poi le prime due Olimpiadi, Los Angeles 1984 e poi Seul 1988. La prima convocazione? Arrivò nell’anno junior a Bratislava dove mi fecero fare tantissime gare e nel K1 ho vinto la finale B. Già li si vedeva la mia grande grinta. La storia è stata diversa rispetto a molte aspettative”.
La classe 1964 prosegue nel suo racconto: “A Los Angeles vinco un bronzo speciale poi, verso Seul, si è spenta la mia passione. C’era molta pressione, c’erano molte aspettative. Non vivevo solo di sport, dovevo anche imparare una professione. Sono stata anche poliziotta, non con il corpo militare. Con tutti questi impegni e senza avere una vita sociale, la mia passione si era spenta. Ho incontrato mio marito Guglielmo Guerrini nel 1987 e nel 1988, dopo le Olimpiadi, mi sono trasferita in Italia e da li è cambiato tutto”.
La medaglia più importante? “L’oro di Sydney 2000. A Pechino 2008 ho vinto un argento a quasi 44 anni ed è stato incredibile, e ho mancato l’oro per soli 4 millesimi. Sicuramente un bel risultato, ma se penso a Sydney, le Olimpiadi del Millennio, in un continente che amo ed in una giornata memorabile, tutto è stato inarrivabile. L’ultima giornata di gare, poi avrebbero spento la fiamma olimpica. Il campo di gara era impraticabile. Si rischiava di non poter disputare la gara per le condizioni meteo. Avremmo potuto farla il giorno dopo, ma con la fiamma spenta non era più olimpica. Una vittoria con un’emozione davvero unica”.
Nell’avventura di Josefa Idem anche una Olimpiade “on the road”. “Ad Atene 2004 era molto difficile avere un alloggio per la famiglia, allora avevamo affittato un camper per sistemarla tutta, da mio figlio a mia mamma. I figli hanno dovuto fare rinunce per la mia carriera, ovviamente, perché con la mia vita non c’era spazio per tutti sempre, soprattutto in occasione delle Olimpiadi, ma abbiamo vissuto ogni momento insieme. Anche i ritiri. Nonostante tutte le gare, tutti gli impegni, loro e la mia famiglia sono sempre stati la mia priorità”.
Una esperienza lunghissima nella canoa, al fianco di una persona speciale: “Con un marito allenatore non è facile trovare un perfetto equilibrio. Spesso non c’era distinzione tra vita e sport, ma nel nostro caso ha funzionato. Certo che è possibile farlo, siamo ancora sposati – scherza – ma non c’è nulla di più straordinario di avere un grandissimo allenatore e viceversa per lui avere una atleta che ha sempre voglia di lavorare e crescere. Siamo cresciuti insieme. Mi ha sempre saputo ascoltare ed è impagabile come cosa”.
Josefa Idem chiude il lato sportivo in un modo specifico: “La mia carriera in una parola? Penso “straordinaria”. Josefa Idem chi è? Direi che è una donna molto curiosa che ha tanta voglia di imparare in ogni momento della sua vita”.
La italo-tedesca, com’è ben noto, ha avuto anche un importante pagina extra-sport: “Una atleta come me si è impegnata in diversi ambiti della vita pubblica. Si può dare un buon contributo poi le logiche della politica e della politica sportiva non sempre sono le medesime”.
Josefa Idem di oggi cosa direbbe alla Josefa bambina che iniziava con la canoa? “Le direi che il futuro è pieno di possibilità. Io avevo tante aspettative, ma ho incontrato tante difficoltà per gli stereotipi della donna nello sport. Mi direi che hai scelto questo sport e questa vita e sei ok così come sei, è un tuo diritto e dovrai fregartene di tanti stereotipi”.