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Pagelle Mondiali atletica 2025: Furlani pazzesco fuoriclasse, Tortu e Desalu in ombra, Riva convince

PAGELLE MONDIALI ATLETICA 2025

Mercoledì 17 settembre

Mattia Furlani, 10: oro mondiale nel lungo con 8,39, nuovo personale ottenuto nel momento più importante di una carriera breve ma già intensissima. Dopo un avvio prudente, qualche errore che non gli ha fatto perdere il filo, ha trovato la rincorsa “giusta” e, soprattutto, la calma per restare in gara mentre attorno volavano i colpi tra Gayle e Shi. La gestione degli ultimi due turni è da atleta compiuto: niente frenesia, solo esecuzione. A 20 anni tiene vince una finale iridata con autorevolezza e freddezza: non solo talento, ma crescita tecnica e mentale evidenti.

Federico Riva, 7,5: settimo in 3’35”33 in una finale piena di colpi di scena, al termine di tre turni pienissimi di colpi di scena. È stato bravo a non farsi risucchiare nei cambi di ritmo iniziali, rimanendo sempre “in scia buona” fino ai 150 finali, quando i più esperti hanno aperto il gas. Per uno che arrivava da un ripescaggio dopo la caduta in semifinale, è un piazzamento che vale tanto: conferma tenuta tattica, passo internazionale e margine di ulteriore crescita.

Roberta Bruni, 7: undicesima nell’asta in una gara di ottimo livello, chiusa senza riuscire a salire oltre quota 4,65, che sarebbe stato l’obiettivo massimo plausibile oggi. La finale, però, è già un traguardo importante dopo i problemi fisici estivi; in pedana è mancato il tentativo “sporco” trasformato in acuto, ma ha tenuto il filo della competizione con ordine. Giornata non scintillante, però solida: ripartenza utile in vista del prossimo anno.

Andrea Dallavalle, 7: qualificazione al triplo centrata con 17,08 e sensazione di avere ancora parecchio nel serbatoio. Ha scelto la via intelligente: un salto “pulito” per mettersi al sicuro e poi non c’è stato più bisogno di faticare. La rincorsa appare fluida, l’asse di battuta c’è: in finale servirà alzare il livello per entrare in corsa per un podio non impossibile.

Andy Díaz Hernández, 7: 16,94 bastano e avanzano per timbrare la finale. L’azzurro, bronzo olimpico, ha fatto il minimo indispensabile, evitando rischi eccessivi su una pedana che nelle qualificazioni non perdona. Le sensazioni sono buone: quando “accende” la fase aerea vale misure ben diverse. La sua gara comincia davvero in finale, con ambizioni da medaglia.

Ayomide Folorunso, 6,5: quarta in semifinale dei 400 hs (54”37). Prova ordinata, senza sbavature grossolane, ma è mancato il guizzo tra l’ottava e la nona barriera per mettere il naso sui tempi da finale. La stagione resta di buon profilo: progressione lineare, continuità di risultati e leadership in corsia. E’ mancata la ciliegina.

Alice Muraro, 6,5: quinta in semifinale in 54”50, ancora sotto il suo vecchio limite. Ha provato a restare attaccata al treno delle qualificate, pagando qualcosa nella parte centrale. Il bilancio, però, è positivo: la nuova Alice “da 54 basso” è una realtà, e la semifinale mondiale corsa a questo livello dà prospettiva.

Rebecca Sartori, 5,5: giornata storta (55”34) e passaggio mai davvero in discussione. Dopo la batteria ci si poteva aspettare un progresso, invece il ritmo si è sfilacciato presto. Niente allarmismi: stagione con segnali incoraggianti, ma oggi non è girata né la distribuzione né la fluidità tra le barriere.

Filippo Tortu, 5: quinto in batteria nei 200 (20”49), fuori dai ripescaggi. Discreto fino alla curva ma in rettilineo mancava la “gamba” per rientrare. Lontano dal suo standard sulla distanza, colpa anche di una condizione fisica precaria per via di qualche acciacco. Per un buon 200 individuale servirà ritrovare brillantezza.

Fausto Desalu, 5,5: anche lui quinto (20”43) e eliminato di un soffio. Reazione finale discreta ma tardiva dopo un’uscita di curva faticosa. L’impressione è che il passaggio turno fosse alla portata con un’entrata più aggressiva: materia su cui lavorare. La condizione c’era.

Dalia Kaddari, 5: quinta in batteria: dopo una buona fase iniziale è mancata la progressione da 120 a 180, dove si è aperto il “buco” che l’ha esclusa dai tempi di ripescaggio. Non lontanissima dalle migliori europee, ma oggi il livello mondiale chiedeva un cambio di passo che non è arrivato.

Vittoria Fontana, 5: ultima in batteria (23”31). Lo stacco dalla posizione di set non è stato efficace e la velocità di crociera non è mai davvero salita. Giornata negativa, senza appello: si riparte dal lavoro su start e tenuta di curva, le chiavi per riavvicinare il suo standard.

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