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Dan Bernasconi sulla nuova America’s Cup: “Stessi scafi, ma margini di sviluppo importanti su foil e vele”

Dan Bernasconi, direttore tecnico di Emirates Team New Zealand ed uno degli artefici principali delle nuove regole di classe verso la 38ma America’s Cup (in programma a Napoli tra la primavera e l’estate del 2027), ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali della squadra neozelandese parlando delle novità più interessanti introdotte per la prossima Coppa America.

Un cambiamento davvero significativo è che questa volta non costruiremo nuovi scafi. Così facendo raddoppieremo il valore degli scafi che abbiamo già, il che rappresenta un notevole risparmio economico per i team, ma anche un significativo risparmio ambientale. Un fattore che ha influenzato questa decisione è stato il fatto che la differenza tra gli scafi dei vari team è più estetica che prestazionale. Sebbene gli scafi siano piuttosto diversi, sono tutti ben ottimizzati aerodinamicamente e in realtà non c’è molta differenza tra loro in termini di velocità pura. C’è molto di più da guadagnare in termini di prestazioni nei foil, nelle vele e nei sistemi di controllo, quindi questi saranno gli aspetti su cui ci concentreremo questa volta“, dichiara l’ingegnere britannico.

Sull’esclusione dei cyclors:Ogni team avrà un sistema identico per alimentare i sistemi che controllano le vele. Il sistema di alimentazione standard, denominato RigEPS (Rig Electrical Power Supply) nelle regole di classe AC75, imiterà la quantità di potenza che i cyclors erano in grado di generare fisicamente. Non ci sarà energia illimitata a disposizione dei velisti, quindi la progettazione di sistemi idraulici efficienti è fondamentale ed i componenti dell’equipaggio dovranno gestire attentamente il loro consumo di energia“.

Sulla grande novità dell’obbligo di inserire una donna tra i cinque membri dell’equipaggio:È una dinamica entusiasmante. Che si tratti di una timoniera, una Flight Controller, una tattica o anche di un nuovo ruolo innovativo, credo che ci saranno delle variazioni all’interno della flotta. Ognuno valuterà il proprio team di velisti e cercherà di assegnare a ciascuno un ruolo che garantisca loro le prestazioni ottimali. Sarà interessante vedere come i team si divideranno i cinque ruoli a bordo. È fantastico che siamo riusciti a continuare a costruire il percorso per le migliori veliste del mondo verso l’AC75, soprattutto dopo il successo della Coppa America femminile a Barcellona“.

Le regate saranno sicuramente più equilibrate nella prossima edizione, che sarà la terza di questa classe. Il livello sarà più alto e i sistemi saranno più evoluti. Tutti sentono di poter ancora ottenere molto di più dalle barche. C’è ancora molta strada da fare in termini di miglioramento delle prestazioni per i team, per far funzionare meglio le vele ottimizzandone la forma, la struttura ed i sistemi idraulici utilizzati per controllarle. Anche con i foil, c’è sempre quella barriera dei 50 nodi che abbiamo visto superare più volte a Barcellona. Sappiamo come progettare foil che possano superare i 50 nodi, ma è più difficile tradurlo in qualcosa che possa anche navigare in modo efficiente su un campo di regata a bastone.

I team non vedono l’ora di partecipare alle regate di flotta e magari di cambiare un po’ il match race, quindi sarà un evento davvero interessante per tutti gli spettatori a terra, in barca o davanti alla tv. Questa è la terza edizione con gli AC75, ma ci sono sempre novità entusiasmanti. I team dispongono delle migliori menti progettuali e ingegneristiche disponibili, che ottimizzano al meglio le loro barche entro i limiti delle regole di classe, ed è per questo che l’America’s Cup rappresenta l’apice dell’innovazione nel nostro sport. C’è ancora molto da scoprire sugli AC75“, il commento di Bernasconi.

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