MotoGP, Pecco Bagnaia sembra Jorge Lorenzo nel 2019. Eppure non è al capolinea! Manca solo la fiducia
La situazione di Francesco Bagnaia è, sportivamente parlando, drammatica. Il termine è forte, ma quale altro vocabolo si può utilizzare senza scadere nell’eufemismo e dunque nell’ipocrisia? Per anni punto di riferimento di Ducati, è stato letteralmente “messo all’angolo” dalla personalità e dal talento di Marc Marquez, ormai prossimo a completare la sua restaurazione.
Il 2025 di Pecco non è partito nel migliore dei modi, ma era comunque il più vicino a El Trueno de Cervera assieme al di lui fratello minore. Il Mugello e Assen hanno poi mandato al tappeto il piemontese, convinto di potersela giocare alla pari con il catalano su due tracciati amici, ma uscito sonoramente battuto dall’iberico sia in Toscana che in Olanda.
Da lì è cominciata una spirale negativa, acuitasi dopo la pausa estiva. Ormai Bagnaia végeta a centro classifica, disputando una gara differente rispetto a quella del compagno di box. Sarà anche brutto dirlo, ma si tratta di un’ulteriore rimembranza del 2019. Marquez dominava incontrastato, mentre sulla moto gemella un pilota blasonato e di indiscusso talento, Jorge Lorenzo, faceva la figura della comparsa.
Però non si può pensare che l’attuale Pecco sia nella medesima situazione in cui era finito El Martillo sei anni orsono. Il maiorchino, all’epoca, era un centauro al capolinea, picconato nel fisico e nella motivazione da anni difficili e da ripetuti incidenti. Viceversa, il piemontese è sempre rimasto in salute e viene da un triennio da protagonista assoluto, durante il quale ha vinto due Mondiali e ne ha sfiorato un terzo.
Il vero volto di Bagnaia non è certo quello visto tra Mitteleuropa e Montmelò. Non può esserlo. Misano e l’aria di casa, nel senso di Italia, possono aiutare a uscire dalla spirale negativa, dall’avvitamento che ha fatto precipitare il ventottenne piemontese nell’anonimato.
Non si chiede a Pecco di battere Marc Marquez, quello è un compito che potrebbe essere affidato a Valentino Rossi se esistesse la macchina del tempo e si potesse prelevare il miglior Dottore dal passato.
Cionondimeno l’impressione è che basti veramente poco per tornare, quantomeno, a giocarsi il podio con i vari Alex Marquez, Marco Bezzecchi, Pedro Acosta, Fabio Quartararo e compagnia. Cos’ha in meno rispetto a costoro? Verosimilmente, in questo momento, solo la fiducia.