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Vuelta a España 2025: Egan Bernal vince un’altra tappa condizionata dai manifestanti

Riparte subito con un colpo di scena la Vuelta a España 2025, che ha iniziato oggi l’ultima settimana dopo il giorno di riposo di ieri. Le proteste Pro Palestina non si placano in terra iberica ed anche nella sedicesima tappa c’è stato il rischio di non vedere un vincitore, come accaduto a Bilbao. L’arrivo non è stato in vetta Mos. Castro de Herville, bensì a 8 chilometri dal traguardo. A trionfare è Egan Bernal: dispiace per la situazione particolare che non ha visto esultare al massimo il campione colombiano che trova però una vittoria speciale dopo il gravissimo infortunio.

Gran battaglia anche oggi per cercare la fuga giusta. A trovarla in diciassette: Egan Bernal e Bob Jungels (INEOS Grenadiers), Marc Soler (UAE Team Emirates), Andrea Bagioli (Lidl – Trek), Kevin Vermaeke (Team Picnic PostNL), Rudy Molard, Brieuc Rolland e Clément Braz Afonso (Groupama – FDJ), Sean Quinn (EF Education – Easypost), Jefferson Cepeda (Movistar Team), Mikel Landa e Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Nico Denz (Red Bull – BORA – Hansgrohe), Louis Rouland e Victor Guernalec (Arkea B&B Hotels), Jake Stewart (Israel – Premier Tech) e Finlay Pickerning (Bahrain – Victorious).

Solito scenario per il gruppo: nessun corridore pericoloso in classifica generale, attaccanti lasciati ad oltre 5′ di vantaggio. Davanti sull’Alto da Groba è iniziata la sfida per la vittoria di tappa: Mikel Landa protagonista a fare la differenza. Dopo attacchi e contrattacchi tra i fuggitivi l’unico a tenere la ruota dell’iberico è stato Egan Bernal. I due sono andati di comune accordo verso il traguardo, ma sul finale il cambiamento di programma: comunicazione da parte della giuria di una gran protesta con molti manifestanti e linea d’arrivo spostata a 8 km dal traguardo, con anche i tempi presi in quel punto della corsa.

Volata molto particolare tra i due, dominata da Bernal, in una finale tutt’altro che entusiasmante. Terza piazza per Brieuc Rolland. Il gruppo ha visto qualche accenno di allungo, soprattutto da parte di Tom Pidcock: alla fine l’unico a pagarne le conseguenze è stato Felix Gall che ha ceduto oltre un minuto e mezzo. Tutto tranquillo, anche oggi, per Jonas Vingegaard che conserva la sua Maglia Rossa.

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