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Basket, Europei 2025: outsider e possibili rivelazioni. Grecia, Italia, Turchia e Lettonia pronte a colpire, Slovenia e Spagna defilate

Abbiamo già parlato, in altra sede, delle squadre favorite in questa edizione degli Europei. Il 2025, però, come altre volte può regalare situazioni un po’ particolari, e le ultime amichevoli hanno dato un responso piuttosto, se vogliamo, ondivago. In questa sede non parliamo di Serbia, Germania e Francia, e neppure della Lituania, che si è scelto di inserire nel quartetto delle favorite.

In verità, la Lituania è in una specie di terra di mezzo, dove tutto può accadere. E nella quale si può infilare, tra le altre, una Grecia che ha avuto a lungo il dubbio di cosa sarebbe stato di Giannis Antetokounmpo. Poi le grane tra federazione e Milwaukee Bucks si sono risolte, ed ecco che tra una squadra con Giannis e una senza di lui cambia praticamente tutto. Gli ellenici non vanno a medaglia europea dal 2009, hanno vissuto anni più complicati del dovuto dopo gli anni d’oro dell’epoca di Spanoulis (che ora è in panchina), Diamantidis, Papaloukas e Zisis con Giannakis in panchina (senza andare indietro fino al leggendario Nick Galis), ma adesso sembrano pronti a ritornare in alto con una squadra che non è solo Giannis. Sloukas, l’esperienza di Papanikolaou, l’importanza di Samodurov, nonché l’aggiunta di Dorsey che tutto è meno che un naturalizzato (viste le origini greche effettive), sebbene ne abbia lo status.

Mai sottovalutare neppure la Turchia. Innanzitutto perché in panchina non c’è uno qualsiasi, ma Ergin Ataman, uno che negli ultimi trent’anni qualcosa ha insegnato nei suoi tanti viaggi del basket. E la squadra, al di là di Shane Larkin (che, però, non è quello esplosivo di alcuni anni fa), ha decisamente aumentato i giri del motore un po’ su tutta la linea: Alperen Sengun e Omer Yurtseven formano un duo di centri che forse solo la Serbia può davvero fronteggiare (con un Sertac Sanli in più quando serve), e in più Cedi Osman e Furkan Korkmaz, con il contributo di Adem Bona, sono lì per dare ampia man forte. Il mix di squadra e staff tecnico, insomma, può funzionare (e parliamo di staff tecnico perché non tutti possono vantare Ender Arslan, signor play in vent’anni abbondanti di carriera tra Efes, Vitoria e Galatasaray) come assistente.

Chiaramente è sempre da tenere d’occhio la Lettonia. Già la base è di un certo livello, con le idee di Luca Banchi che possono essere supportate in ampia misura da figure quali Smits, i due Bertans, Zagars e non solo. Se poi si aggiunge a tutto questo Kristaps Porzingis ecco che le quote della squadra possono aumentare. L’obiettivo è quello di fare ancora meglio del 2017, quando il Paese baltico vide infranti i propri sogni ai quarti contro la Slovenia in quella che, a buon diritto, è da considerare una delle partite degli Europei più belle degli ultimi 20 anni, con uno show generale all’interno di quello già enorme prodotto da Luka Doncic e Porzingis.

A proposito di Slovenia, è una delle due squadre per cui il discorso outsider, forse, non si può realmente applicare.  Motivo? A Luka Doncic, per un motivo o per un altro, sono stati tolti parecchi supporti. Certo, potrà spingere la squadra da solo, cercare di prendersela sulle spalle, come ha spesso fatto negli ultimi anni tra Europei, Olimpiadi e Mondiali. Ma si sa che, appena cala (e può succedere), ecco che possono accadere cose come l’ottavo contro la Polonia del 2022. Per questo è corretto parlare di cantiere aperto. Così come cantiere aperto è la Spagna, mai così in fase di ricambio generazionale e priva di stelle assolute diverse dagli Hernangomez (certo, ci sono Brizuela, Parra, Pradilla e lo stesso Santi Aldama, ma non sembra la situazione ideale per il passo d’addio di Scariolo).

E l’Italia, in tutto questo? L’esperienza mostra che, con Fontecchio destinato a recitare da protagonista, Spagnolo maturato, Procida capace di lampi di ottimo conto, Gallinari che anche a 37 anni è perfettamente in grado di incidere, Melli che spiega pallacanestro e un pacchetto lunghi che conosce bene il concetto di fisicità, il ruolo di outsider è più che adeguato. Bisogna vincere tre partite nel girone per avere la quasi certezza di trovarsi senza problemi significativi di incroci, sarebbe meglio anche la seconda posizione. Ma questo è un obiettivo possibile. In un girone a gerarchie variabili, quello degli azzurri di Pozzecco è un nome facilmente spendibile.

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