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MotoGP, Davide Brivio: “I giapponesi chiedono aiuto agli italiani per organizzarsi meglio. Honda e Yamaha torneranno al vertice”

Davide Brivio ha lavorato 20 anni con Yamaha e 8 con Suzuki, ottenendo successi di carattere assoluto sia con la Casa di Iwata che con quella di Hamamatsu. Il manager lombardo, che dal febbraio 2024 è diventato il principal del Team Trackhouse (la struttura satellite di Aprilia in MotoGP), conosce quindi benissimo l’ambiente giapponese.

Il sessantaduenne brianzolo ha parlato del tema della crisi delle aziende nipponiche con la testata specializzata tedesca speedweek.com, esponendo una serie di interessanti opinioni relative all’attuale situazione di difficoltà di Honda e Yamaha. Ha inoltre analizzato le ragioni che hanno portato in sofferenza i colossi del Sol Levante e spiegato perché, a suo modo di vedere, si tratta di una fase transitoria, al termine della quale i giganti asiatici torneranno al vertice della MotoGP.

Non posso pensare che gli ingegneri giapponesi abbiano disimparato come si costruiscono le moto! Sono in palese difficoltà e stanno cercando di riacquisire il know-how perduto ingaggiando ingegneri europei. È ironico, i giapponesi hanno bisogno dell’aiuto degli italiani per organizzarsi meglio! Infatti, secondo me, è solo una questione di organizzazione.

Honda e Yamaha non hanno certo mancanze dal punto di vista della conoscenza tecnica o delle risorse economiche. Però, negli ultimi dieci-quindici anni, il modo di lavorare in MotoGP è cambiato radicalmente. Gli strumenti di analisi si sono moltiplicati, i software sono stati sviluppati esponenzialmente, l’elettronica è diventata sempre più importante, così come l’aerodinamica. Insomma, si sono aperti tanti nuovi fronti.

Probabilmente i giapponesi hanno sottovalutato tutti questi aspetti nel momento in cui sono comparsi, li hanno ignorati, trovandosi all’improvviso superati alle Case europee. Quando se ne sono resi conto, era ormai troppo tardi e ora devono recuperare il terreno perduto. Come? Chiamando chi ha il know-how in materia.

Credo che i giapponesi abbiano solo bisogno di riorganizzarsi. Ricordiamoci di un fatto. Il cosiddetto ‘metodo Dall’Igna’ che ha reso Ducati dominante non è partito dalla sostituzione degli ingegneri. Le persone che lavoravano in Ducati durante gli anni bui sono le stesse che l’hanno portata al vertice.

Cosa è cambiato? Il metodo e l’organizzazione del lavoro. È questo l’ambito in cui Dall’Igna ha fatto la differenza ed è questa la chiave di volta per rivedere Honda e Yamaha al top. Quando sapranno indirizzare al meglio le proprie risorse, torneranno a vincere”.

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