Aglaia Pezzato: “So quanto Di Pietro possa far bene a Pilato. Prima c’era il vuoto dietro le stelle, ora un movimento solido”
Ultimo appuntamento con lo Speciale Mondiali di nuoto per OA Focus, il programma che va in onda sul canale YouTube di OA Sport. Ospite come sempre in queste settimane è stata Aglaia Pezzato, che insieme ad Alice Liverani ed Enrico Spada ha tracciato un bilancio della spedizione azzurra a Singapore.
Una rassegna iridata positiva per l’Italia non solo per le medaglie ottenute, ma soprattutto per i risultati da tutta la squadra: “La profondità del movimento si misura più con le finali, i record italiani, i passaggi del turno che con le medaglie. Ricordo di eventi importanti, come Olimpiadi o Mondiali, che non c’era nulla dietro a quei nomi grossi che poi portavano a casa il bottino. Questa volta, invece, è sicuramente positiva la profondità della squadra, l’età dei ragazzi. Sicuramente è stata una bellissima Italia e non sono nemmeno così convinta che non stia in piedi in termini di risultato nel medagliere. Certo magari un oro non era quello ci si aspettava, ma nemmeno proprio quell’oro era atteso. Una o due medaglie potevano essere di un colore diverso e magari anche qualcuna arrivare e sono arrivati cinque quarti posti negli ultimi due giorni”.
Nell’ultima giornata è arrivato il bronzo nei 50 rana di Benedetta Pilato: “Questa medaglia è un’iniezione di fiducia a Benedetta persona più che a Benedetta atleta, visto che 30″14 è un tempo che non l’avrebbe mai resa felice in altre occasioni. Un risultato che permette ad un’atleta che aveva bisogno di chiudere questa stagione con il sorriso e che probabilmente ha fatto più di quanto potevamo aspettarci. Benedetta dovrà comunque ripartire da zero, con il suo nuovo percorso a Roma. Io spero che Silvia Di Pietro prosegua per altri mesi o anni, perché so bene quanto Silvia possa far bene a Benedetta. L’augurio è quello che finalmente riesca a trovare serenità. Con Mirko avranno sicuramente tante cose da fare, da sistemare, da riequilibrare. Una campionessa che anche in un momento di basso è riuscita a portare a casa una medaglia”.
Sul quarto posto della staffetta 4×100 mista maschile e sulle possibili scelte del quartetto: “Le scelte potevano essere due. Non tanto mettere Bacico e spostare Ceccon a farfalla, ma piuttosto Frigo-D’Ambrosio, nonostante sia la persona più orgogliosa sulla terra di Carlos. Quello che si deve interrogare l’Italia è quello di trovare un backup nella farfalla a Burdisso, in modo da poter schierare sempre quattro atleti diversi tra mattina e pomeriggio. Avere qualcuno che ci avrebbe permesso di giocarci la carta da Burdisso da 50″5 come accaduto in batteria. Questa è l’unica cosa che dobbiamo cercare. Ceccon doveva assolutamente partire a dorso e fare 51″8 altrimenti non saremmo mai stati nei giochi”.
L’unica medaglia d’oro è stata quella di Simone Cerasuolo e l’ex nuotatrice azzurra parla proprio di come è cambiata anche la carriera del romagnolo: “Simone ha fatto qualcosa che non era mai riuscito. Questo non lo rende il ranista più forte della storia, ma lo fa entrare in un panorama diverso. Lo fa con un tempismo incredibile per quello che sarà il suo futuro con Los Angeles 2028, in una gara che sarà olimpica e che ovviamente può cambiare una carriera. Simone è andato a prendersi un’occasione ghiottissima, ma non perché mancassero gli avversari, anche nella stessa finale. La cosa che ho più ammirato di Simone è stata quella di entrare in gara fin da subito dalle batterie, senza avere prima delle gare da fare in precedenza. Non ha mai sbagliato turno dopo turno. Inoltre su Simone c’era un po’ di pressione per il caso sul mancato utilizzo di Viberti e lui ha risposto veramente da gigante”.
In chiusura Pezzato ancora sul movimento italiano: “In passato ci siamo spesso nascosti dietro ai risultati delle nostre stelle o alle medaglie. Pensando a Rio 2016, dove ero presente, abbiamo vinto 3 medaglie, ottenuto un quarto posto, quello di Federica, poi due finali con la 4×100 stile libero femminile e mista. Quella non si può definire una grande Olimpiade, nonostante tre medaglie su sei finali che come statistica è straordinaria. Quello che è successo poi da Rio a Tokyo ha fatto grande l’Italia, lì c’è stato il grande cambiamento dell’Italia. Sono arrivati una serie di atleti che hanno fatto veramente grossa e reso una Nazionale che ora si arrabbia se non riesce a coprire una gara. Venticinque finali sono veramente tante, ma sono anche tantissimi i record italiani ottenuti, che dimostrano che non siamo fermi”.