Jannik Sinner al bivio: 3000 punti da difendere tra Cincinnati e US Open. La corsa al n.1 con Alcaraz entra nel vivo
Sono tanti i ricordi che riaffiorano, per Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, in relazione all’accoppiata Cincinnati-US Open. Dal 2024 al 2025 è cambiato praticamente tutto, ed entrambi ci arrivano con un’altra serenità rispetto a ciò che è stata quella parte di annata per gli attuali primi due del ranking ATP.
Sinner veniva dall’aver dovuto rinunciare alle Olimpiadi, a causa della tonsillite, ma era anche nel pieno del caso clostebol che lo aveva visto coinvolto già nel marzo precedente, ma nessuno pubblicamente ancora lo sapeva. Sarebbe stato reso tutto noto nel lunedì successivo alla vittoria di Jannik a Cincinnati, il che avrebbe fatto capire il motivo dei tanti volti scuri, dell’urlo dopo la semifinale con Zverev, di quanto accaduto nel quarto con Medvedev a Wimbledon, di parecchie cose. Anche l’inizio degli US Open (il primo set con McDonald) fu in una certa misura segnato dalla settimana precedente, durissima sotto molti punti di vista. Eppure riuscì a vincere prima il Masters 1000 dell’Ohio e poi il quarto Slam dell’anno.
Alcaraz giungeva, invece, proprio dalle Olimpiadi. Dall’aver fatto il possibile per portare la medaglia d’oro alla Spagna in singolare e in doppio, ma nel secondo caso con Rafael Nadal si fermò ai quarti, nel primo dovette cedere in due durissimi set a Novak Djokovic, che così completò il novero dei grandi tornei conquistati nel tennis. Il murciano, di lì in poi, non riuscì più a essere quello dell’accoppiata Roland Garros-Wimbledon: perse al secondo turno (cioè, per lui, all’esordio) contro Gael Monfils a Cincinnati e, ancor più sorprendentemente, fu sconfitto ancora al secondo turno dall’olandese Botic van de Zandschulp, che pochi mesi prima era praticamente sull’orlo del gettare la spugna con il tennis.
All’atto pratico, tutto questo, tradotto in punti, significa che Sinner deve difenderne 3000: quelli della vittoria a Cincinnati e quelli del secondo Slam conquistato nella sua carriera. Di converso, Alcaraz, che dopo l’argento olimpico faticò parecchio (Pechino a parte), nello stesso periodo di punti ne ha portati a casa appena 60. Il conto è presto fatto: ci sono 2940 punti che ballano tra i due. Il divario che oggi intercorre è di 3430 punti. All’atto pratico, per avvicinarsi moltissimo il murciano dovrebbe vincere Cincinnati e US Open e sperare in un crollo verticale dell’altoatesino nei due tornei. Uno scenario che non suona come di facile realizzazione: Jannik ha perso finora 9 partite dall’inizio del 2024 a oggi, e una buona metà di queste contro il suo rivale sportivo.
D’altro canto, a Cincinnati e New York i due si sono già trovati ad andare molto avanti: Sinner ha vinto i due tornei nel 2024, Alcaraz in uno è arrivato in finale nel 2023 (giocando tre set in ogni partita e facendo sudare Djokovic per 3 ore e 50 minuti nell’ultimo atto) e nell’altro ha vinto nel 2022 diventando anche numero 1 del mondo. E proprio di 2022 parlando, è chiaro che se si parla di US Open si torna con la memoria alla notte del quarto di finale che lasciò capire quanto spesso avremmo potuto vedere sfide decise sul filo del rasoio, cosa in effetti accaduta numerosissime volte ormai.