Carlos Alcaraz: “Io e Sinner? Vogliamo batterci, ma abbiamo un bel rapporto. Per superarlo livello altissimo”
Carlos Alcaraz è stato intervistato dal Financial Times, e precisamente da Raphael Abraham, verso gli US Open. Un dialogo piuttosto lungo, ma con vari punti interessanti. E in diverse occasioni, inevitabilmente si tocca l’argomento Jannik Sinner, sotto i diversi aspetti che possono esistere in questo senso.
Innanzitutto il rapporto col tennis: “Mi piace moltissimo giocare a tennis, è la mia passione, quello che ho scelto, quello che amo. Alla fine, è come ogni altra cosa. Se giochi tutti i giorni e non ti prendi del riposo per disconnetterti, quell’emozione se ne va. Per questo cerco sempre di avere momenti di divertimento, di voglia di vivere. Mi prendo un hamburger prima, durante o dopo il torneo. Mi permetto sempre un dessert, un cioccolato. Non è un problema per me. Come festeggio? Quando torno a casa, magari. Mia madre fa sempre il miglior cibo. E bevo champagne, coca cola, cosa che non faccio nei tornei… ovviamente senza esagerare“.
Si parla poi della rimonta del Roland Garros: “Ho semplicemente pensato di tornare su poco a poco: un punto, poi un altro, specie in quei tre match point. Chiudere uno Slam è sempre molto difficile, sapevo che avrei avuto delle chance. Per quello sono rimasto calmo. Sapevo non sarebbe stato facile per lui. […] Ho sempre creduto di poter rimontare, ma ovviamente devi mostrare un’immagine di fiducia in te stesso sempre. Se mostri debolezza all’altro, è finita, sei perduto“.
Però il rapporto con Sinner è comunque buono: “Il trash talking genera tanta attenzione, alle persone piace che ci siano frizioni tra noi. Questo vende. Sebbene il tennis sia individuale, siamo con gli stessi giocatori ogni settimana, un giorno sì e l’altro pure. Jannik e io abbiamo avuto grandi battaglie in campo e ci vediamo molto fuori. Ci parliamo, a volte ci alleniamo insieme. E alla fine costruisci un buono, bel rapporto. Vogliamo vincere e batterci, ma fuori dal campo essere buone persone e andare d’accordo è un’altra storia. Per me questa è una tra le virtù e i valori dello sport“.
Ma Alcaraz non vuole essere chiamato successore di Nadal: “Il tennis ha sempre avuto grandi rivalità e giocatori. Che la gente guardi al nostro gioco con quest’entusiasmo è un privilegio, ma alla fine non dobbiamo fare quello che hanno fatto loro. Se non credi nei tuoi ideali, in quel che vuoi, la pressione ti può mangiare. Devi sapere come differenziarti. Proviamo a non pensare alla pressione e ancora meno a quello che hanno fatto loro“. Con “loro” s’intendono anche Federer e Djokovic.
E poi c’è un capitolo interessante sui social media: “Li uso molto e non è un bell’ambiente, per non dire orribile. Sono diventati qualcosa d’importante per il nostro lavoro, ma a livello personale è un gran brutto mondo. Nulla di quello che c’è lì è reale. Le persone mostrano una vita che non è la loro, una faccia che non è la loro. E a parte questo, molte persone possono raggiungerti con un commento e farti del male. Penso non ci sia peggior arma delle parole“.
E ancora su Sinner: “Mi è piaciuto molto tornare a Wimbledon, è un posto speciale. Non vedo l’ora del prossimo anno, ma appena ho ricaricato le batterie inizia il lavoro per gli US Open. La rivalità con Sinner sta diventando sempre migliore e ne sono molto grato perché mi da l’opportunità di dare il 100% in ogni allenamento, ogni giorno, solo per essere migliore. Perché il livello che devo mantenere per battere Jannik è veramente alto“.