Il corpo di Laura Dahlmeier non sarà recuperato, come da sua volontà. Innumerevoli le manifestazioni di cordoglio
La morte di Laura Dahlmeier, travolta da una valanga di roccia sul Laila Peak nella giornata di lunedì 28 luglio, ha sconvolto il mondo sportivo e non solo. Molteplici le manifestazioni di cordoglio da parte di chi proviene dall’ambiente del biathlon, ma a esse si sono aggiunte quelle di figure istituzionali legate ad altri ambiti.
Non sono mancati all’appello il presidente della Repubblica Federale Tedesca Frank-Walter Steinmeier, il cancelliere della Germania Friedrich Merz, il governatore della Baviera Markus Söder e la presidente del Comitato Olimpico Internazionale Kirsty Coventry. Insomma, tutte le più alte istituzioni politiche e sportive si sono espresse al riguardo.
Reinhold Messner non è un’istituzione de jure, ma lo è de facto nel settore dell’alpinismo e ha subito esternato la propria costernazione per l’accaduto. Al riguardo, dopo tanta confusione, emergono finalmente delle certezze sulla dinamica e sullo sviluppo degli eventi occorsi a 5.700 metri di quota.
Dahlmeier e la sua compagna di cordata avevano completato la scalata del Laila Peak e avevano cominciato la discesa, durante la quale la due volte campionessa olimpica è stata colpita da una caduta di massi. L’incidente, come detto, si è verificato attorno alle 12:00 di lunedì. Illesa, la sua compagna ha subito inviato una richiesta di soccorso e ha effettuato svariati tentativi di raggiungere l’ex biathleta.
Tuttavia, per lei è stato impossibile ricongiungersi con la partner d’ascesa, poiché le rocce continuavano a cadere e rappresentavano un pericolo costante. Dopo diverse ore, constatando come Dahlmeier non desse più segni di vita e come l’oscurità fosse ormai prossima, la sua compagna ha deciso di ripararsi per la notte e proseguire in solitaria il ritorno al campo base.
Nella mattinata di martedì, un elicottero militare ha sorvolato la zona dell’incidente e ha avvistato la tedesca, senza a sua volta riscontrare alcuna reazione. Sulla base di questo fatto, della testimonianza fornita dalla compagna di cordata e della dettagliata descrizione dell’incidente, si è giunti alla conclusione che Dahlmeier sia morta sul colpo.
Era, pertanto, una fake news quella diffusasi nella mattinata europea di martedì. Secondo questa bufala, la due volte campionessa olimpica era riuscita a mettersi in contatto con la compagna di ascesa. Un rumor nato chissà dove e ripreso acriticamente da troppi media (fortunatamente non da tutti).
Il corpo di Laura resterà dov’è, in quanto ella stessa aveva espresso per iscritto la volontà che, in un caso del genere, nessuno mettesse a repentaglio la propria vita per tentare di recuperare le sue spoglie. Riposerà, dunque, sulle montagne del Karakorum, dove la sua esistenza terrena si è conclusa.