Rugby a 7, Italia sulla strada giusta? Il bronzo alle European Series fa sperare. Ma le donne arretrano ancora…
Il rapporto tra l’Italia e il rugby olimpico è sempre stato complicato, con il rugby a sette tenuto costantemente ai margini della programmazione federale, nonostante sia dal 2016 nel programma dei Giochi Olimpici. Sognare la qualificazione a Los Angeles 2028 resta un’utopia, ma la Rugby Europe 7s Championship 2025 – il torneo continentale di rugby 7s – ha regalato un sorriso per guardare al futuro. Almeno per i maschi.
Gli azzurri hanno chiuso le due tappe del torneo continentale al terzo posto, conquistando una seconda piazza di assoluto valore ad Amburgo, e ottenendo la qualificazione al Challenger, il mini torneo di qualificazione (quattro tappe) che assegna un posto per le HSBC SVNS, la competizione mondiale più prestigiosa del rugby a sette. Un primo passo fondamentale, sia perché permette all’Italseven di disputare molti più tornei rispetto al solito, sia perché permette di sognare l’accesso al torneo mondiale più importante per la disciplina dopo Olimpiadi e Mondiali.
Il ct Matteo Mazzantini sta facendo un buon lavoro e ha un gruppo interessante, con giocatori come Bonavolontà, Cioffi, Mba, Passarella, Scalabrin e Vaccari che hanno le qualità tecniche e fisiche per l’alto livello del rugby a sette. Quello che serve, però, ora, è continuare su questa strada e che la Fir dia a Mazzantini e ai ragazzi i mezzi per poter crescere ancora in un anno fondamentale per il 7s azzurro.
Molto diversa, invece, la situazione del rugby femminile. La Rugby Europe Women’s 7s Championship 2025 è stata la peggiore mai vista nella storia azzurra. Ultime a Makarska, penultime ad Amburgo, zero punti segnati nei primi 4 match della prima tappa, zero punti segnati nei primi 4 match della seconda tappa e su 10 partite una sola vittoria, l’ultima contro la Georgia che ha evitato la retrocessione. Insomma, nulla da salvare e un futuro che appare nero.