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Garzelli: “Pogacar ha qualche ferita fastidiosa, Vingegaard lo vedo bene. Tiberi e Pellizzari prima o poi dovranno venire al Tour”

Poco prima della partenza della 12ª tappa del Tour de France, abbiamo raggiunto telefonicamente a Hautacam la voce tecnica della Rai, Stefano Garzelli, per tracciare un bilancio delle prime undici tappe. La frazione odierna è la prima vera tappa pirenaica, con il primo dei tre arrivi in salita. A 45 chilometri dal traguardo inizia la scalata del Col du Soulor dal versante di Ferrière (11,9 km al 7,3%), seguita subito dal Col de Bordères (3,5 km al 7,7%) e infine la salita finale verso Hautacam (13,6 km al 7,8%). Un test vero per gli uomini di classifica.

La caduta di Pogacar potrebbe aver dato un’impronta diversa al Tour? Può risentirne, soprattutto con l’inizio dei Pirenei?
“È difficile dirlo e capirlo. Sembra che non abbia avuto grosse conseguenze, a parte qualche ferita fastidiosa. Speriamo che non abbia ripercussioni sul suo rendimento. Penso che non influenzerà il suo Tour, anche se ovviamente cadere alla vigilia della prima tappa pirenaica non è mai piacevole.”

Al di là della caduta, vedi un Vingegaard in grado di giocarsela sulle grandi montagne con Pogacar?
“Io vedo bene Vingegaard. La cronometro però ha sorpreso tutti, anche per come ha corso nei giorni precedenti: è stato reattivo, presente a differenza della cronometro dove ha perso terreno. Oggi si iniziano a scoprire le carte: è la prima vera tappa con salite lunghe, e i corridori non hanno ancora affrontato questo tipo di asperità. Sarà un momento chiave per capire l’andamento di questo Tour, anche se siamo solo all’inizio dei Pirenei. E poi domani c’è la cronoscalata, che sarà un test fondamentale per tutto il Tour. Oggi però la Visma di Vingegaard dovrà provare qualcosa prima dell’ultima salita, magari proprio sul Col du Soulor.”

Evenepoel non sembra un fattore per la vittoria. Lo sarà mai contro questi avversari, o il gap in montagna è incolmabile?
“Finora Remco ha fatto fatica. Oggi capiremo qualcosa in più anche su di lui, ma al momento Pogacar e Vingegaard sono superiori. Ha fatto una buona crono, certo, ma sulle salite — finora brevi — ha sempre subìto. Vedremo come reagirà oggi, con montagne più impegnative.”

Come vedresti Pellizzari e Tiberi in questo Tour de France?
“E’ difficile giudicare senza vederli in gara, ogni corsa è a sé. Una cosa è certa: il Tour non è il Giro d’Italia e quindi entrambi per mettersi davvero alla prova con i corridori più forti al mondo dovranno prima o poi venire a correre sulle strade del Tour de France”. 

Jonathan Milan è il favorito per la Maglia Verde?
“Penso di sì. L’unico vero pericolo può essere Pogacar, anche perché da qui in avanti le volate vere e proprie saranno poche. I traguardi volanti potranno fare la differenza nell’accumulare punti, nonostante il buon vantaggio di Milan.”

La vittoria di tappa rende positivo il bilancio di Milan o ti aspettavi qualcosa in più?
“È sicuramente positivo. C’è un po’ di rammarico per la prima tappa, dove ha sfiorato la vittoria e la maglia gialla, che era un suo grande obiettivo. Ma per essere al primo Tour de France, con una vittoria di tappa e la maglia verde sulle spalle, sta correndo davvero molto bene.”

Fino ad ora, chi ti ha sorpreso al Tour? E invece, c’è qualcuno da cui ti aspettavi di più?
“Mi ha sorpreso Roglic. È arrivato tranquillo al Tour, ma l’ho visto pedalare bene, attento. Anche Lipowitz è migliorato molto: credo che siano contenti di essere arrivati ai Pirenei con solo 3 minuti di distacco. Roglic potrebbe provare un’azione da lontano per entrare nella top 5, e non escludo che possa lottare per il podio, con l’aiuto di Lipowitz. Domani la cronoscalata potrebbe essere un punto a favore dello sloveno della Red Bull Bora-Hansgrohe. Per il terzo posto, il Tour è ancora apertissimo. Invece mi aspettavo qualcosa in più da Girmay nelle volate.” 

Chi vedi come favorito per la vittoria finale?
“Pogacar, è il grande favorito. Tolti Pogacar e Vingegaard per il primo e secondo posto è tutto molto aperto”. 

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