Iga Swiatek rinasce a Wimbledon. Dal tracollo sull’amato rosso all’impresa sull’erba nemica
Poco più di un mese Iga Swiatek non poteva mai immaginare di conquistare la sua centesima vittoria Slam proprio nella finale di Wimbledon. Dallo 0-6 subito in semifinale a Parigi da Aryna Sabalenak addirittura al doppio 6-0 rifilato in appena 57 minuti ad Amanda Anisimova, in un ultimo atto a senso unico per la polacca, che ha conquistare così il suo primo titolo della carriera ai Championships, il suo sesto Slam a 24 anni, numeri comunque decisamente importanti.
Sembrava essere una stagione maledetta, con la sconfitta prima in semifinale agli Australian Open per 10-8 al super tie-break con Madison Keys e poi l’incredibile ed inaspettato tracollo sulla sua amata terra rossa. Addirittura zero titoli vinti, una drammatica sconfitta a Roma al terzo turno con Danielle Collins e poi il già citato ko a Parigi contro Sabalenka, con quel terzo set che rappresentava il crollo definitivo della regina assoluta del rosso negli ultimi anni.
Semplicemente impensabile immaginarsi Iga Swiatek rinascere proprio su quell’erba mai amata e che non le ha mai dato veramente delle soddisfazioni. Un piccolo segnale, però, c’era stato a Bad Homburg, dove comunque era riuscita a raggiungere la finale. Però Wimbledon era un’altra cosa e ai Championships mai era andata oltre i quarti di finale ed inoltre dalla sua parte era stata sorteggiata Elena Rybakina. Anche l’inizio del match di secondo turno con l’americana Caty McNally non faceva presagire nulla di buono ed invece quel primo set è stato l’unico concesso in tutto il torneo dalla polacca.
Una macchina perfetta, un dominio assoluto, con solo Clara Tauson capace di arrivare almeno a cinque game vinti. Non c’è dubbio che il percorso non è stato dei più complicati, visto che comunque non ha mai incontrato Top-10, ma va comunque rimarcato che ormai nel tennis femminile forse solamente Sabalenka riesce ad essere costante tra un torneo e l’altro. In semifinale il 6-2 6-0 a Bencic ed oggi un doppio 6-0 che non accadeva addirittura dal 1911 a Wimbledon e che ha fatto tornare la mente a quella finale del Roland Garros 1988 tra Graf e Zvereva.
Il trionfo a Wimbledon segna la rinascita di Iga Swiatek e di questo il tennis femminile deve esserne contento. Al mondo della WTA mancano alcuni punti fermi, quelle certezze su cui basare anche un intero movimento. Sabalenka è una legittima numero uno, ma non ha ancora vinto uno Slam nel 2025, ma ora è tornata anche Swiatek e a New York lei, la bielorussa e Gauff possono sicuramente rendere molto più avvincente la battaglia per lo US Open.