Monaco: “Questo Alcaraz preoccupa, ma anche lui sarà preoccupato da Sinner”
Come sappiamo, la finale del torneo di Wimbledon 2025 metterà a confronto, poche settimane dopo Parigi, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. I due giocatori hanno infatti vinto ieri le rispettive semifinali, liberandosi di Novak Djokovic e Taylor Fritz. Si è trattato però di due match molto diversi, così come sottolineato da Guido Monaco durante l’ultima puntata di TennisMania, trasmissione quotidiana in onda sul canale YouTube di OA Sport condotta da Dario Puppo insieme allo stesso Monaco e Massimiliano Ambesi.
“Partiamo dal presupposto che nessuno ha la sfera di cristallo e si fanno delle previsioni in base alla propria sensibilità – ha detto Monaco commentando i pronostici della vigilia -. Prima dell’inizio del torneo avevo qualche timore, anche se ho detto di avere dubbi sulla resistenza di Nole in una partita dura. Poi visto il quarto di finale ero proprio sereno. Poi chiaro che una versione discreta di Djokovic si è vista nel primo set, ma non è stata una partita di tennis, non ho mai avuto il sentore che Jannik potesse perdere quel set, malgrado alcuni passaggi a vuoto nel terzo. Ad un certo punto ha cominciato a fare serve and volley, perché lui nella corsa in avanti riesce a performare, mentre in quella laterale non copre più il campo da inizio del secondo set, quindi non c’è stata una partita di tennis. Poi sta in campo, serve, ma è stata pura accademia. Discorso diverso invece per l’altra semifinale, quella tra Alcaraz e Fritz. Tanto di cappello a Fritz, ieri ha giocato una partita straordinaria, perde il servizio nel primo game che è balordo. Dopodiché è stato un match spalla a spalla, dove un altro passaggio a vuoto l’ha avuto Alcaraz sul 6-5 nel set che perde, poi una può pensare che sia stata una partita scarna, perché entrambi servivano in maniera eccezionale: servivano entrambi con due ribattitori super, è dunque un valore aggiunto. Gli scambi lunghi sono stati pochi, ma ci sono state giocate di Alcaraz da perdere la testa. Nel tiebreak del quarto Alcaraz sembrava in versione finale di Parigi. Dopodiché l’altro reagisce e rovescia la situazione. Poi sul 6-4 ha quel dritto di attacco che sognerà a lungo perché lo gioca veloce, ma addosso allo spagnolo che gli tira la palla nei piedi e ribalta la situazione. Poteva andare al quinto, non so quanto sarebbe stato scontato l’esito. Ma è cambiato qualcosa in Fritz, nei primi game c’era una voglia pazzesca. Con il break al primo game il vecchio Fritz sarebbe stato smontato, invece se l’è giocata alla pari. E’ stato intenso contro un Alcaraz che non ha più quei momenti di alti e bassi. Può fare degli errori, ma non ha più quei buchi di sceneggiatura visti qualche settimana fa. Si dice che Sinner non sia al massimo, ma è in una versione credibile, chiaro che l’Alcaraz degli ultimi turni preoccupa, ma anche lui sarà preoccupato”.
Monaco ha poi continuato: “La seconda palla di entrambi è stata di una precisione e di una pesantezza allucinanti, con pochi doppi falli. Fritz ieri si è preso il rischio con grande qualità. Se giocasse sempre così aggressivo diventerebbe un problema. Ha qualche buco nel gioco, ma ha una faccia diversa. Lui finisce la partita e dice: ‘Se gioco come i primi due set posso battere chiunque’. Lui non è uno che la spara. Al tempo lo disse prima degli US Open, lui non è solito dire queste cose, non è molto seguito dai media. Lui parla poco in partita, e raccontava che parla solo per fare sapere al team come si sente in determinati momenti, vuole che la squadra prenda appunti su come sta in alcuni momenti critici. Noi tendiamo a snobbare questo ragazzo, che ha una testa da atleta notevole, che è convinto dentro di sé di non voler fare la comparsa e sta lavorando per arrivare molto in alto. Con Alcaraz ha giocato quattro set strepitosi, c’è da stare attenti, non è un super personaggio. Ma è un ragazzo intelligente e molto evoluto”.
Il giornalista ha poi lodato le critiche dello statunitense sul coaching: “Fritz ha ragione: devi essere tu a risolverti i problemi. Che il coaching non serva se ne può discutere, ma che ci sia una over comunicazione da parte di tanti giocatori è evidente. Probabilmente, però, è un problema che parte dal tennis giovanile”.
Quanto detto da Guido Monaco ha poi aperto un interessante dibattito sull’atteggiamento di un determinato tipo di giocatori, per alcuni troppo irruento e maleducato soprattutto in caso di errori altrui: “Nel mio piccolo sono stato un antesignano di urlare e festeggiare sull’errore altrui. Mi sono preso, parliamo degli Anni Ottanta, dei cazziatoni ed etichette di scorretto ed antisportivo. Io cercavo di spiegare a mente fredda che nel tennis non ha importanza come hai vinto il punto. Conta il momento in cui hai vinto il punto. Poi se uno sbaglia e urli in faccia ci sta che l’altro ti mandi a quel paese, ma la reazione è scatenata dall’importanza del punto. Se sono sul 2-2, sul tre pari, e l’altro stecca, io godo come un riccio. Per fortuna è arrivato Nadal, che ha sdoganato nel tennis di alto livello il fatto di festeggiare il momento. Ad alcuni dava fastidio. Da lì liberi tutti. Dicono che Federer non lo facesse, invece lo faceva, ma in modo misurato. Il tennista gode come un riccio se l’altro stecca, se l’altro si ritira. Poi è chiaro che c’è un’etichetta, un’educazione, c’è una misura. A me piace lo sport vero e non le etichette, perché le etichette a favore di telecamera sono finte. Ma non perché lo sono le persone, è la situazione che porta ad una certa misura. Ognuno deve fare quello che ritiene opportuno. Spesso chiediamo delle cose agli atleti che sono fuori dal mondo, non ci piace l’imperfezione, ma non ci piace la troppa perfezione. Non va mai bene niente, meglio godersi lo spettacolo. Magari si prendono piccoli dettagli e partono campagne di denigrazione. Shelton cosa farebbe sul campo? E’ stato criticassimo per il suo modo esuberante. Sinner ieri ha capito dei problemi dell’avversario. In ogni situazione che magari non richiedeva niente, spesso gli chiedeva scusa, non voleva svegliarlo. Teneva molto basso il clima agonistico della partita, credo sia una scelta. Il carattere è una cosa, l’educazione è una cosa, la partita è un’altra cosa. I ragazzini imitano i cattivi gesti dei tennisti? Ci sono i genitori per quello. C’è da dire che quello che succede nel maschile sono briciole rispetto al femminile. Là si urlano in faccia nella seconda o nella terza categoria, non tutte eh, ma più degli uomini. Quando una cosa è sdoganata non dà più fastidio. Se non importa all’avversario perché dobbiamo occuparcene noi? Sta al maestro seguire gli allievi. I ragazzini oggi fanno il pugnetto ogni due per tre. Io tutto quello che ho fatto di male sul campo l’ho fatto grazie alla mia personalità, al mio carattere ed alla mia visione dell’agonismo. Era tutta farina del mio sacco. Lì quando c’è poca personalità è meglio intervenire. Il tennis è brutale, è pugilato senza contatto fisico”.
Monaco ha poi valutato la risposta di Sinner in conferenza stampa, dove ha affermato di non dare importanza ai titoli di giornale, in quanto non legge i quotidiani: “Un atleta durante un torneo importante non legge il giornale. Volandri mi diceva che non li legge durante la Coppa Davis. La risposta è stata spiritosa, ma lui non li legge davvero. Ha 24 anni, non credo vada in edicola a comprare la Gazzetta. Poi forse qualcosa sui social la leggerà, anche se credo li usi poco. Forse qualche permaloso o qualcuno che si prende troppo sul serio non l’ha presa benissimo“.