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Ambesi: “Sinner lo sportivo italiano più grande? A fine carriera credo lo sarà, ora è difficile”

La vittoria di Jannik Sinner contro Novak Djokovic maturata nella semifinale del Torneo di Wimbledon è stato, come logico, il topic principale dell’ultima puntata di TennisMania, rubrica quotidiana in onda sul canale YouTube di OA Sport a cura di Dario Puppo, Massimiliano Ambesi e Guido Monaco. Il numero 1 al mondo ha giganteggiato in lungo e in largo contro il serbo, non dando mai l’impressione di avere perso le redini del match. In virtù del successo, l’altoatesino ha raggiunto la quarta finale consecutiva di uno Slam, un record assoluto per un giocatore della sua età.

Proprio su quest’ultimo argomento si è voluto concentrare Ambesi, prima ovviamente di offrire la sua analisi sull’incontro visto ieri: “I pronostici sono stati rispettati, mi aspettavo una vittoria netta da parte di Sinner contro Djokovic, in particolare dopo quanto visto nei rispettivi quarti di finale. Nei primi due set, oggettivamente, non c’è mai stata partita. Poi Nole ha avuto anche un problema fisico che lui ha minimizzato. Nel terzo c’è stata per quei soliti giochi di luce, vedo non vedo, ma una volta che Jannik ha preso le misure non c’è stata partita neanche lì. Quello che è emerso ieri, laddove ce ne fosse bisogno, è la superiorità dei primi due giocatori al mondo rispetto al resto. Fritz ieri ha giocato una partita di spessore, è uscito sconfitto 3-1, ha avuto la possibilità di portare il match al quinto ma non ha avuto la lucidità per farlo. L’opportunità era chiara. Alcaraz ha poi portato a casa una vittoria per tanti scritta, ma le partite si vincono sul campo. Assisteremo quindi alla seconda finale in uno Slam tra Sinner ed Alcaraz, che essendo i primi due al mondo non corrono il rischio di affrontarsi in semifinale”.

Il giornalista ha poi proseguito: “Non mi aspettavo nulla di diverso nella partita Sinner-Djokovic, perché ormai la velocità di palla, la condizione, la freschezza che puoi avere dopo aver giocato cinque partite fanno la differenza. Trovo che Novak sia stato onesto in conferenza stampa nel rimarcare il suo problema attuale. Lui dice: ‘Se mi capita di affrontare questi due i primi giorni, allora posso avere una minima chance, dopo dieci non ce la faccio’. Questo è stato evidente. Sarebbe interessante vedere le statistiche sugli scambi prolungati vinti da Djokovic. Nel terzo gioco della partita arriva il primo break, dopodiché Novak sul servizio di Sinner non realizza punti. Arriviamo al terzo set prima del break del serbo con questo dato: sei punti di Djokovic sul servizio di Sinner, due di questi sono doppi falli. Poi bravo a leggere prima la situazione luce, ma anche lui subisce la stessa situazione dopo. Ha avuto la palla per andare sul 4-0, allora lì la partita poteva cambiare. Ma dopo aver visto i primi tre-quattro giochi della partita si è capito subito l’andazzo del match”.

Il giornalista ha poi sottolineato la strana situazione in cui si trova al momento Djokovic: “Può piacere e non piacere, ma è una bella testa. Lui dice: ‘Io A Melbourne arrivo in semifinale, ma affronto un turno prima il grosso calibro, e posso avere dunque una possibilità. Con il prolungarsi del torneo questa possibilità non ce l’ho più. Non è uno stato di resa, ma lo stato dell’arte attuale. Lui dice che non può affrontare questi dopo dieci giorni, però ha una classifica di un certo tipo, la semifinale la porta sempre a casa. E’ complesso che si realizzi l’incastro che lui aspetta. Fa bene ad andare avanti, ma contro quei due lì non c’è possibilità e non ci sarà neanche domani. Può capitare che uno dei due si infortuni, ma ci sarebbe comunque l’altro. La carta di identità prima o poi ti presenta il conto, già quello che fa è incredibile. Si è vista la differenza con Jannik: Sinner ha gestito gli scambi a piacimento e in alcune occasioni in risposta ha anche lasciato andare dei punti. In questi giorni ho letto opinioni importanti da parte di molti esponenti del panorama tennistico. In tanti davano per scontata la vittoria di Djokovic, noi non eravamo d’accordo. Oggi come ieri ho difficoltà a capire le motivazioni per cui si è arrivati a quel tipo di giudizio. La velocità di palla si vedeva, le partite tra Cobolli e Nole e tra Shelton e Sinner hanno evidenziato delle differenze, sono rimasto perplesso da questo tipo di analisi”.

Ambesi è poi intervenuto in un interessante dibattito circa l’atteggiamento di alcuni giocatori in campo, tra cui Alcaraz, soliti ad esultare in modo vigoroso anche in caso di errori da parte degli avversari: “Vale un po’ per tutti, sia per Fonseca che per Alcaraz. Sei figlio di una realtà sociale in cui sei cresciuto che ti propina o ti propone certi atteggiamenti che tu recepisci e porti in campo. Con tutti i distinguo del caso, Sinner si distingue perché ha un atteggiamento diverso, che in qualche modo ricorda Federer. Molti apprezzano. È una questione di avere senso della misura: se fai un urlo pronunciato continuamente diventa fastidioso“. E sulla perentoria risposta di Sinner durante la conferenza stampa post match, dove l’altoatesino ha detto di non leggere i giornali, la voce di Eurosport ha commentato: “Io da 20 anni evito di leggerli, un po’ per non arrabbiarmi davanti ad alcune imprecisioni marcate, dall’altro per non essere condizionato“.

Il giornalista ha quindi fatto chiarezza sul primato raggiunto da Sinner accedendo in finale a Wimbledon: “Ieri si è fatta confusione sui record di Jannik, ci si confonde sulla terminologia e si genera un circolo vizioso. Sinner diventa il giocatore più giovane nell’era Open del tennis a disputare quattro finali dello Slam consecutive. Quanto fatto da Jannik ha pochi precedenti, chi fa il Grand Slam ci è arrivato: Rod Laver, poi ci riesce Andre Agassi, tra il 1999 ed il 2000. Oltre a, ovviamente, Djokovic, Nadal e Federer. Questi sono quelli che hanno giocato almeno quattro finali consecutive. Ci sono quelli poi che hanno giocato almeno una volta tutte le finali delle Slam, anche se non ci si alza di tanto. Si parte con Rod Laver, poi Ken Rosewall, Ivan Lendl, Stefan Edberg, Jim Courier, Andre Agassi, oltre a, ovviamente, Djokovic, Nadal e Federer. Ultimo ad aggiungersi è Sinner. Abbiamo scomodato nomi di rilievo per dare la misura della statura di Jannik. Questa è la storia del tennis nell’era Open. Lui può dire di far parte di questa storia”. 

Stuzzicato infine da Dario Puppo, che ha affermato che quando si parla di Sinner si può parlare dello sportivo italiano più importante di tutti i tempi, l’analista ha detto: “Parlare del più grande di sempre non è semplice, è chiaro che a 24 anni comincia ad avere degli argomenti. Il discorso è complicato da affrontare. Sono convinto che a fine carriera sarà ritenuto tale, oggi la discussione si può aprire. L’Italia ha espresso tante eccellenze in ambito sportivo. Il tennis viene più praticato e chi vince un torneo di peso è più riconosciuto rispetto a chi conquista sei medaglie olimpiche consecutive nello slittino“.

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