Scott Redding: “Dorna fa male alla Superbike. Zero pubblicità e un calendario di m…a!”
Scott Redding non sta vivendo una stagione soddisfacente in Superbike. Dopo un promettente inizio a Phillip Island (un quinto e due quarti posti) è sprofondato nell’anonimato. Sicuramente, il trentaduenne britannico si aspettava di più dal suo ritorno in sella a una Ducati (seppur privata nel team MGM Bonovo), azienda con la quale aveva corso da protagonista nel biennio 2020-2021 prima dell’infelice passaggio alla Bmw.
Evidentemente, alla luce della situazione, all’inglese poco importa di essere politicamente corretto. Alla vigilia dell’appuntamento di casa di Donington, ha infatti rilasciato una speziata intervista al portale speedweek.com, nella quale ha sparato a zero su Dorna, accusata di non fare nulla per promuovere la Superbike. Va premesso che lui è giunto alle derivate di serie nel 2020, dopo aver trascorso 11 anni nel Motomondiale. Conosce quindi molto bene entrambi i campionati.
“Dorna non promuove la Superbike. Ne parlo costantemente con la mia famiglia e mi chiedo perché non si voglia rendere questo campionato migliore. Perché non portare più spettatori nei circuiti? Forse perché le nostre gare sono più emozionanti di quelle della MotoGP e gli spagnoli hanno paura che la gente se ne accorga, preferendo la Superbike al Motomondiale. Non vedo mai una pubblicità che sia una. Ogni tanto c’è qualche striscione qua e là negli autodromi, ma niente altro. Niente in TV, niente manifesti nei centri urbani. Niente di niente. Non c’è una reale promozione della serie”.
Redding poi calca la mano parlando del calendario e del costo per assistere alle gare: “la verità è che abbiamo un maledetto Campionato Europeo con una tappa in Australia. È veramente una m…a! La gente, ormai, vede la Superbike come un campionato minore, ne parla in termini denigratori. Per di più, ci sono prezzi insostenibili. Abbiamo corso per tre anni in Indonesia, ma non c’era nessuno sugli spalti. Una volta ho parlato con un ragazzo del luogo che mi ha detto di aver dovuto svolgere un secondo lavoro per tre mesi per potersi permettere il biglietto. Ecco perché non c’erano spettatori!”.
Insomma, Scott ci va giù pesante, ma le sue parole ricevono il sostegno – decisamente più istituzionale, in ogni senso – di Marco Zambenedetti, coordinatore tecnico del progetto Superbike di Ducati. “La Dorna e la FIM stanno lavorano bene. Nella mia opinione, il prodotto è buono. Però è vero che si può migliorare la visibilità del campionato. Spero anche io vi siano più gare fuori dall’Europa. Ripeto, il prodotto Superbike è buono, sarebbe un peccato restare nell’ombra della MotoGP”.
Chissà, forse l’arrivo di Liberty Media cambierà la situazione? Si è parlato di un ritorno della Superbike a Laguna Seca e gli americani, senza dubbio, hanno interesse a promuovere anche il campionato delle derivate di serie, sul quale hanno incidentalmente messo le mani acquisendo Dorna.