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L’esplosione di Ludovico Viberti: “Non farò i 50 rana ai Mondiali, agli Assoluti un grave errore. Nei 100 punto alla finale, poi…”

Ludovico Viberti è stato uno dei grandi protagonisti del Settecolli 2025, in cui ha conquistato il pass per i Mondiali di Singapore nei 100 rana (dopo il clamoroso passaggio a vuoto nelle batterie degli Assoluti di Riccione) firmando inoltre il nuovo record italiano sui 50 e diventando il terzo più veloce di sempre sulla vasca singola con un clamoroso tempo di 26.27.

È stato un grande errore, un grave errore. Un banale errore di calcolo, con la voglia di risparmiarsi un po’ la mattina per poi spingere al pomeriggio, ma ho esagerato. Devo dire che quella mattina in batteria ero di fianco al mio compagno di squadra Gabriele Mancini, quindi conoscendolo bene ero abbastanza tranquillo. Mi aspettavo un determinato tempo da parte sua, quindi pensavo di stare per un po’ lì con lui, ma il problema è che a nessuno dei due è andata bene e sono rimasto fuori. Sicuramente non ripeterò più quell’errore“, racconta il torinese a proposito dell’eliminazione in batteria agli Assoluti sui 100 rana.

Ad aprile c’è stata grande delusione da parte mia. Ricordo che dopo quella batteria al mattino sono andato dal mio allenatore Antonio Satta e per la prima volta ero senza parole, quasi mortificato. Gli ho anche chiesto scusa, perché mi è sembrato proprio buttare via mesi di allenamento. In quel momento pensavo che non sarei andato a Singapore, quindi è stata veramente una batosta. La settimana dopo gli Assoluti me la sono presa un attimo di pausa per cercare di andare avanti, poi sono tornato a Torino e ho fatto una chiacchierata con Antonio. Siamo andati a prendere un caffè e gli ho detto: ‘Adesso andiamo al Settecolli, vinciamo il 50 ed il 100 e ci qualifichiamo per Singapore. Ho capito i miei errori non li farò più. Lavoriamo con questa rabbia nei prossimi due mesi e ce l’andiamo a prendere’. E così è stato“, prosegue Viberti nell’intervista concessa a Swim Zone sul canale Youtube di OA Sport.

Sul tempone ottenuto a Roma sui 50: Il 50 è andato molto bene qua al Settecolli. Non lo farò al Mondiale ma è una cosa che sapevo già da mesi, quando Martinenghi e Cerasuolo hanno staccato il pass ad aprile. Dispiace, ma non c’è molto da rammaricarsi, lo sapevo già. A Riccione qualcosa non aveva funzionato, avevo sbagliato delle cose che fanno parte del percorso di crescita e bisognava ancora capire come arrivare al giorno della gara per essere più performante possibile. Parlando con Antonio e con il mio preparatore atletico abbiamo capito un paio di cose e già nelle gare di maggio hanno funzionato. Non mi aspettavo comunque di fare così bene, pensavo ad un tempo simile a quello della sera, quindi 26.4 o 26.5, mentre la mattina è stata un di più. Penso che abbia inciso molto il fatto di essermi tolto il peso della qualificazione al Mondiale il giorno prima nel 100, quindi la mattina vai in acqua con una tranquillità notevole“.

Sull’ipotesi di provare in futuro anche il 200: “Ci ho provato negli anni a fare il 200. Da giovane mi riusciva un po’ meglio, nella categoria ragazzi e junior, poi piano piano l’abbiamo perso anche un po’ per scelta obbligata. Non mi riusciva facile come il 100 e soprattutto come il 50. Il 50 mi ha sempre un po’ stupito perché è stata una gara che non ho mai preparato particolarmente, ma è stata la distanza che mi ha regalato le prime emozioni, come la prima medaglia agli Assoluti o la qualificazione alle Universiadi“.

La chiave del mio percorso è stata la pazienza, è sempre stato un percorso graduale. Non ho mai fatto Nazionali giovanili, però anno dopo anno sono sempre cresciuto. Un’altra cosa importante è stata la convinzione che avevo che un giorno sarei arrivato. 6-7 anni fa, quando ero ancora un bambino, avevo in mente di arrivare qua dove sono oggi e anche più in alto. Alle Olimpiadi ci pensavo, ed ero abbastanza convinto di raggiungerle. Antonio poi è stato fondamentale nel mio percorso. Adesso però ovviamente non mi accontento. Tra meno di venti giorni partiremo per Singapore e siamo pronti“, dichiara il 23enne azzurro.

Sul rapporto con Martinenghi: Nicolò è il migliore. Lui ovviamente è il punto di riferimento per tutti noi ranisti e non, anche se ovviamente noi ranisti lo viviamo di più degli altri. È veramente un esempio, a parte il fatto che ha vinto tutto tra Europei, Mondiali e Olimpiadi. Tu puoi andare lì e chiedergli qualsiasi cosa, magari un aspetto tecnico, di mentalità o di approccio, e lui è sempre disponibile a darti una mano e a darti un consiglio o comunque una sua idea. Mi ritengo molto fortunato e ogni volta che c’è una gara, anche non troppo importante, in cui anche lui è iscritto sono molto contento perché competere con un campione del genere ti dà molto. Ho avuto anche la possibilità di fare quest’anno un periodo di allenamento con lui a fine febbraio a Livigno e lui è stato molto gentile a ospitarmi“.

Sulle ambizioni verso i Mondiali: A Singapore l’obiettivo è ovviamente quello di passare tutti i turni e andare in finale. Una volta arrivato in finale, vorrei essere lì con gli altri a giocarmi qualcosa di importante. Lo scorso dicembre ho fatto il Mondiale in corta di Budapest ottenendo la mia prima finale sia nel 100 che nel 50, ma soprattutto nel 100 non mi sentivo ancora al livello degli altri. Sono arrivato settimo ma i primi tre erano tanto distanti e ho rosicato parecchio. Sono convinto di poter arrivare a Singapore battagliando con il cinese, l’americano, l’olandese e gli altri big. I ranisti vanno molto forte a livello mondiale e questo è stimolante, quindi vediamo di esserci anche noi“.

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