Il ritorno di Elena Vallortigara: “Ancora un po’ di fastidio al piede, ma nei Mondiali ci credo. Devo ritrovare la mia rincorsa”
Elena Vallortigara ha fatto il proprio ritorno in gara a un anno dal grave infortunio al tendine d’Achille. La saltatrice in alto, medaglia di bronzo ai Mondiali di Eugene 2022, si è esibita sulla pedana di Arco (in provincia di Trento) nella giornata di sabato 28 giugno, superando 1.80 metri al primo tentativo e chiudendo al secondo posto alle spalle di Asia Tavernini (1.83).
Elena Vallortigara si è raccontata a Sprint Zone, la trasmissione del canale YouTube di OA Sport: “Non sapevo che sarei tornata sabato, ero in un momento di grande indecisione: la settimana è stata difficile, non ho mai fatto così fatica a prendere una decisione, giovedì sera ho fatto prevalere il primo istinto. Se mi fosse basata sulla razionalità probabilità non sarei andata“.
Il bronzo mondiale di Eugene 2022 ha poi proseguito: “Avevo un’idea di esordio diversa. Volevo ritornare a gareggiare con misure ben diverse, principalmente perché il mio desiderio era quello di togliermi da questa fossa che un po’ mi sono scavata e in cui un po’ mi ci sono ritrovata. Non mi vorrei più sentirmi in questa mediocrità, pensavo di tornare quando avevo la certezza di tornare a saltare misure superiori a 1.90. Le cose non sono andate secondo i miei pieni, dalla mattina alla sera ho cambiato atteggiamento mentale e mi sono detta che continuare a cercare quel recupero totale e quella condizione buona forse era un po’ azzardato e forse mi sarei preclusa delle opportunità e che magari gareggiare era un mezzo per ritrovare quella condizione. Ho sentito questa spinta forte verso la gara e quindi ho deciso di andare. Non avevo idea di cosa aspettarmi, la misura migliore che ho saltato in allenamento era 1.75 a Formia il giorno di Pasqua quando saltavo con una chiodata e una scarpa in gomma, poi ho avuto molto dolore al piede, mentalmente è stato un periodo tribolato, è stato altalenante, ho fatto lavori specifici sulla tecnica. Ho deciso di partire molto bassa, non so da quanto non iniziavo una gara a 1.65 e la sensazione è stata incredibile, non ho mai fatto una gara sorridendo dall’inizio alla fine, forse è difficile da capire. Sono più che felice, anche il giorno dopo mi è rimasta addosso questa sensazione“.
La saltatrice si è soffermata sulle difficoltà riscontrate nelle ultime settimane: “Quando ho iniziato a usare i chiodi sul piede operato c’è stato un problema. Nonostante sia stato un appoggio graduale il mio piede non lo ha accettato bene, la scarpa è più rigida, c’è lo sfregamento sulla zona posteriore e io non utilizzo il carbonio nelle scarpe altrimenti sarebbe ancora più accentuato l’effetto. Questa cosa mi ha portata indietro, siamo dovuti tornare indietro, siamo dovuti tornare alla scarpa di gomma. Dal raduno di Formia a Pasqua ho avuto questi dolori, mi ha condizionata tanto ed è stato un po’ inaspettato perché mi ero abituata a un miglioramento fluido e lineare. Va bene che questo momento si arriva lì e avere trovato una soluzione, gestendo diversamente i carichi e i recuperi e facendo attenzione alle mie sensazioni. Ora sono in grado di fare meno lavori qualitativi, mi sono dovuta spostare su dei lavori statici e di forza, sento mancare quella parte di velocità, reattività e dinamismo che caratterizza il mio salto. Adesso speriamo di avere voltato pagina e di poter lavorare con più continuità nelle prossime settimane“.
L’azzurra ha approfondito: “Io sono molto tecnica ed è forse questo il motivo per cui sono stata molto altalenante, perché ho bisogno di avere una certa condizione perché il mio salto è determinato da delle condizioni precise. Ora il mio piede sinistro sta da dio, mentre il destro sta indietro per tenuta ed è meno brillante, questa cosa cambia i tempi di appoggio e le velocità. Si sono creati dei blocchi inconsci che non mi permettono di ricreare le mie condizioni e tornare al mio salto, alla mia rincorsa. L’obiettivo è ritornare il più possibile vicini alla mia condizione ideale, non so se in poco tempo si riuscirà a tornare a quella condizione. Se non entro a una determinata velocità, a tenerla faccio fatica”.
Elena Vallortigara ha analizzato nel dettaglio la gara di Arco: “Tecnicamente sono stata molto stabile, le rincorse sono state tutte uguali e non era scontato perché in allenamento era complicato. Questa rincorsa con questa ritmica l’ho provata soltanto questa settimana con qualche difficoltà e questa costanza tecnica mi ha sorpreso positivamente, sono riuscita a mettere in campo più consapevolezza rispetto all’ultimo periodo in cui mi sentivo spaesata in pedana, mi facevo portare dal mio corpo e non da un’idea precisa di salto, mi sentivo più in grado di gestire alcuni aspetti specifici della rincorsa. Ho fatto 1.65, 1.71, 1.74, 1.77, 1.80 e poi a 1.83 mi sono spenta, ero un po’ stanca e non ho ancora la tenuta sul piede, che non mi ha fatto male, ma solo un po’ fastidio he non mi ha limitata. L’ultimo salto a 1.83 è stato il migliore, sulla rincorsa serve un po’ di tempo per capire bene dove devo partire e cosa devo fare, la traiettoria era giusta mentre l’anno scorso ero incasinata e questa è un’altra cosa buona. Sono contentissima di come è andata, avere messo una misura nero su bianco mi ha alleggerito. Credevo di poter fare un pochino più di 1.80, ma magari non era maturo. Si pensa alla prossima, che sono sicura sarà un’altra cosa“.
Svelati anche i prossimi appuntamenti: “Il 15 luglio c’è il Meeting di Brescia e dovrebbe essere la prossima gara. Poi ci saranno i Campionati Italiani, non so se nel mezzo ci sarà altro: valuteremo l’andamento giorno per giorno, ho bisogno di saltare, ho la bella opportunità di Brescia che è un Meeting organizzato dal mio agente e sono contenta di arrivarci come seconda gara. Penso al mio percorso, a fare bene il mio e il fatto di essere partita dal basso mi potrebbe permettere di fare una crescita progressiva”.
I Mondiali sono un’utopia?: “Il ranking sarebbe da ricostruire, ma continuo ad averli come obiettivo perché è quello che mi ha mosso fin da subito. Ci si può qualificare fino a fine agosto e questa cosa mi ha sempre pensato che ci potessero essere delle condizioni favorevoli, io continuo a crederci. Se non mi dovessi qualificare sono convinta che a settembre comunque gareggerei, mi auguro di riuscire a qualificarmi: chi vivrà vedrà”.
Chiusura con uno sguardo molto lontano: “Se fosse per me farei salto in alto tutta la vita, mi fa patire ma continuo ad amarlo tantissimo ed è questo che mi sta facendo fare così tanto per recuperare, che mi spinge tutti i giorni. Non posso dire che sarò a Los Angeles, a settembre io tiro sempre una linea, ma mi piacerebbe tanto“.