Basket femminile, l’Italia cerca un’impresa colossale contro il Belgio campione in carica della stella Meesseman
Quella di domani sarà una giornata storica per il basket italiano. E per basket s’intende in senso assoluto, non solo femminile. Perché se è vero che le donne in semifinale agli Europei non ci arrivavano da 30 anni, è altrettanto vero che l’Italia, con le sue due Nazionali senior, tra le prime quattro di un evento dagli Europei in su non ci arrivava dal 2004. Anzi, da Atene 2004, e quel che accadde a OAKA è ben noto: l’argento olimpico.
Non ci si sposta poi di tanto, e chissà se è un caso: da OAKA al Peace and Friendship Stadium, dal nord-est di Atene al pieno Pireo, per quella che l’Italia di Andrea Capobianco affronta come una missione al gusto di tentativo di impresa. Già, perché l’avversaria è una delle due più difficili possibili: il Belgio, che detiene il titolo di Campione d’Europa e quest’anno le stelle le ha tutte assieme in squadra, un fattore che finora si sta rivelando decisivo a tutti i livelli.
Tanto per le azzurre quanto per le Belgian Cats un percorso netto, 5 vittorie e 0 sconfitte, sebbene nelle loro differenti maniere. Praticamente tutte lottate le partite dell’Italia, che ogni volta riescono a trovare risorse da chissà dove, mentre dall’altra parte solo la Cechia (e per due quarti la Germania nei quarti) ha realmente creato grattacapi alle belghe. Le quali, va pur detto, si sono anche trovate ad affrontare il girone forse più facile in assoluto, perché togliendo la Cechia c’erano Portogallo e Montenegro che, allo stato attuale delle cose, non potevano competere per chiara differenza di livello.
Ovviamente tutti gli occhi saranno puntati su una questione: cosa fare di e con Emma Meesseman? Un dato è certo: a meno di riuscire a caricarla subito di falli, la superstar non solo del Belgio, ma della rassegna, tenterà di fare quello che ha sempre fatto nelle fasi decisive, cioè dominare. La Germania, senza le Sabally, non aveva realisticamente alcuna chance di fermarla, e infatti s’è ritrovata a subire un terzo quarto devastante da parte sua.
Ma non è solo di Meesseman che si parla: c’è anche il terzetto Julie Allemand-Julie Vanloo-Kyara Linskens da tener d’occhio. Due le abbiamo viste in Italia (Vanloo a Ragusa, stagione 2016-2017, e Linskens a Campobasso (2020-2021, anche se fu una stagione molto sfortunata per via della rottura del crociato), così come in Italia è passata Antonia Delaere, ex ala di Venezia. Rimanendo sul già citato trio, con Vanloo-Allemand il Belgio ha assicurata una grande accoppiata di play, con pochi eguali nella rassegna, mentre Linskens è, come Vanloo e Cecilia Zandalasini, parte del roster delle Golden State Valkyries, la nuova franchigia WNBA nata quest’anno e a fortissima trazione europea. E anche di là dall’Oceano le cose sono interessanti.
Se c’è una squadra che, finora, di timore non ne ha però mostrato nessuno, questa è l’Italia. Una squadra azzurra che di timori non ne ha mai mostrati neanche nelle difficoltà. Anzi, in quelle è giunto tutto quello che è arrivato da Andrea Capobianco, tornato realmente per finire quello che avrebbe dovuto già essere nel 2017. Anche allora ci fu di mezzo il Belgio, ma nei quarti di finale (nel frattempo c’è stato il confronto nel girone del 2023, con Lardo in panchina): anche al tempo le belghe erano forti, e c’era il confronto Sottana-Kim Mestdagh il cui percorso di vita era già comune allora. Vanloo, Delaere, Meesseman (che già dominava) e Linskens c’erano, c’era anche Zandalasini, e c’era anche Kathrin Ress che è tuttora in altri ruoli, ma sempre al fianco delle azzurre. Oggi Zanda è tornata a brillare. Lo fa nelle serate giuste, in cui i tiri entrano, e lo fa pure in quei momenti in cui viene messa in difficoltà, quando la palla non entra. O meglio, non entra a lungo, perché quando conta (leggere alla voce 76-74) lo fa.
Sarà una sfida di quelle da non dimenticare. Come non lo sarà neppure l’altra semifinale, un Francia-Spagna che fa capire quanto l’Italia sia finita davvero al ballo delle grandissime, le tre big annunciate. Finora di sorprese reali non ce ne sono state: solo sfiorati i colpi di Turchia sulla Francia e Cechia sulla Spagna. E se fosse giunta l’ora del ribaltone proprio in dirittura d’arrivo? Questo non è ancora dato saperlo. Certo è che si chiude un cerchio partito dalla preparazione. Le prime due sfide furono proprio con il Belgio: la prima fu un 83-70 per le belghe a Mons, la seconda un 64-61 sempre per le Cats a Kortrijk e l’Italia ci rimise il crociato di Matilde Villa. Si suol dire che non c’è due senza tre, ma questo tre può anche girare diversamente.