Mirko Celestino: “Avondetto pronto per le Olimpiadi, conto ancora su Braidot. Tanto nostri giovani passano alla strada”
Da talento su strada a guida tecnica del fuoristrada azzurro, Mirko Celestino ha saputo reinventarsi con la stessa grinta che metteva in ogni attacco in salita. Classe 1974, con un passato da professionista ricco di successi – tra cui una Milano-Torino e numerosi piazzamenti di prestigio nelle Classiche del Nord – oggi è il CT della Nazionale italiana di mountain bike. Lo abbiamo raggiunto a conclusione della tappa di MTB in Val di Sole dello scorso weekend.
La tappa della Val di Sole vi ha dato risposte importanti dopo un avvio di stagione con pochi risultati: avevate finalizzato la preparazione per l’evento di casa?
“In Val di Sole sono arrivati risultati importanti. Ogni atleta ha il suo preparatore e io non interferisco, ma avevo chiesto ai ragazzi di dimostrare qualcosa, soprattutto in vista degli Europei, e così è stato. Sono soddisfatto perché, nonostante un inizio difficile, è stato un bel segnale.”
Si ha la sensazione che i nostri corridori, nel corso della stagione, abbiano dei picchi ma non la costanza di rendimento. Da cosa dipende?
“Il livello in gara è davvero altissimo. Ogni competizione è a sé, e non è semplice riuscire a mantenere il picco di forma per tutta la stagione.”
A 34 anni, Luca Braidot può ancora essere un elemento di punta verso Los Angeles 2028?
“Luca è un ragazzo che, in tutti questi anni, ha guadagnato la mia piena fiducia, soprattutto alle Olimpiadi di Parigi, dove – fino a poco prima – non riusciva a trovare la giusta condizione, per poi invece stupirmi. Direi quindi di sì, ma dovrà lavorare parecchio, perché ci sono Simone Avondetto e Juri Zanotti che sono subito dietro.”
Dopo aver vinto l’Europeo nel 2024, cosa è mancato ad Avondetto per il definitivo salto di qualità?
“A Simone mancano ancora un paio d’anni di esperienza. È al secondo anno élite e ha già fatto grandi cose. L’anno olimpico sarà il grande salto per Avondetto, in termini di prestazioni. Simone, agli appuntamenti importanti, si fa sempre trovare pronto: non è costante nei risultati, ma arriva pronto agli appuntamenti che contano, centrando il risultato pieno o comunque andandoci vicino.”
Cosa sta mancando in questo avvio di stagione nel settore femminile?
“Le ragazze escono dall’anno olimpico e quindi, probabilmente, si sono un po’ rilassate, per poi pensare alla prossima stagione, dove sarà necessario conquistare i punti per il ranking olimpico in vista di Los Angeles. Il livello, anche nel settore femminile, è molto alto e quindi non si può mai abbassare la guardia, perché poi si fa molta fatica a recuperare. La gara in Val di Sole è stata per loro uno scossone, e quindi sono consapevoli che è arrivato il momento di tornare a lavorare duramente.”
Quali prospettive abbiamo nella categoria Juniores?
“Tra gli Juniores ci sono degli ottimi ragazzi come Ettore Fabbro, Federico Brafa ed Elia Rial, così come Pietro Cao. Tra le ragazze di categoria, invece, c’è Elisa Ferri che però sta avendo vita difficile con le due giovani Giorgia Pellizzotti e Nicole Azzetti: sono al primo anno, ma vanno già molto forte.”
Quanto e come è cambiato il movimento della mountain bike in Italia da quando sei CT?
“È diventato sempre più difficile tenere gli atleti emergenti nel nostro mondo, in quanto la loro prospettiva futura è quella di passare su strada per inseguire lì i propri sogni. Quindi, da CT sono felice, perché è giusto che provino, ma dall’altro mi spiace perdere dei ragazzi, perché so che mi mancheranno. Come Federazione lavoriamo tutti insieme per il futuro dei ragazzi, anche perché è proprio dal vivaio della MTB che escono tanti giovani interessanti. Abbiamo tanti giovani che si possono allenare in sicurezza e quindi crescono lontani dai pericoli che si possono trovare su strada.”
I tuoi obiettivi stagionali?
“I Campionati Europei in Portogallo tra un mese e, poi, a fine stagione, i Campionati del Mondo in Svizzera, in programma nelle prime due settimane di settembre.”