Elisa Longo Borghini: “Al Giro per la classifica, al Tour per le tappe. Mondiale durissimo? Meglio per me”
In un mondo, quello del ciclismo, dove la fatica è quotidiana e le vittorie si costruiscono sui dettagli – sempre più alla ricerca dei cosiddetti marginal gains – Elisa Longo Borghini è da anni una certezza. Campionessa dallo stile elegante e combattivo, è uno dei volti più rappresentativi del ciclismo femminile italiano e internazionale. Due volte bronzo olimpico, vincitrice di una Parigi-Roubaix e di due Giri delle Fiandre, più volte sul podio iridato – giusto per citarne alcune – il suo palmarès parla da solo. Ma è la sua determinazione fuori dal comune a fare davvero la differenza. Nata a Ornavasso, in Piemonte, la portacolori della UAE Team ADQ ha saputo trasformare la passione di famiglia – mamma ex fondista, fratello ciclista – in una carriera fatta di sacrifici, cadute, ma anche di trionfi memorabili.
Avevi iniziato la stagione con la grande vittoria all’UAE Tour. Poi la caduta al Giro delle Fiandre ha compromesso la tua primavera: quanto ci hai messo per ritrovare una piena condizione di forma?
“È stata una primavera travagliata: oltre alla caduta al Fiandre c’è stato anche il virus intestinale durante le Strade Bianche, e questo ha fatto sì che non riuscissi ad esprimermi al massimo delle mie potenzialità. Non sono riuscita a centrare gli obiettivi che mi ero prefissata per questa prima parte di stagione, complici appunto i vari problemi di salute che ho avuto. Adesso sono qui, sul Passo San Pellegrino, da inizio giugno, dove sto preparando il Giro e il Tour. Le sensazioni sono buone.”
Sei ferma dalla Vuelta a Burgos: cosa è cambiato in queste settimane nella tua preparazione?
“Abbiamo mantenuto il programma che avevamo, chiaramente caricando tanto. Sento di stare bene, ma poi la risposta la si ha sempre in corsa, quando trovi le rivali.”
Arrivi al Giro Women da campionessa in carica: l’obiettivo è il bis?
“L’obiettivo quest’anno sarà semplicemente fare il meglio di me stessa. Non mi piace partire con l’idea di dover centrare il bis, poi si vedrà strada facendo.”
Quali saranno le principali rivali nella corsa alla Maglia Rosa?
“C’è un bel parterre di ragazze al via: su tutte Marlen Reusser, Anna van der Breggen e Juliette Labous.”
Che idea ti sei fatta del percorso della Corsa Rosa? Quanto si addice alle tue caratteristiche?
“Quello di quest’anno al Giro d’Italia Women è un percorso che ricalca molto quello della passata stagione. È molto bella l’idea di iniziare con una cronometro: tappe dure sin da subito, per poi trovare qualche frazione adatta alle velociste, fino ad arrivare alle ultime tappe che saranno quelle decisive in ottica classifica generale.”
Al Tour de France Femmes con quali obiettivi?
“Dipenderà da come uscirò dal Giro, ma al Tour sarò sicuramente più tranquilla, e quindi più concentrata sulle tappe piuttosto che sulla classifica generale.”
Pensi che Demi Vollering, nelle tappe di alta montagna, sia superiore a tutte le avversarie?
“Penso che quest’anno ci siano altre ragazze che hanno dimostrato di essere alla sua altezza, come Reusser e van der Breggen.”
Hai vinto tante medaglie con la Nazionale, ai Mondiali e alle Olimpiadi. Ti manca la ciliegina sulla torta dell’oro: pensi che il Mondiale in Ruanda, così duro, possa adattarsi alle tue caratteristiche, o è addirittura troppo duro?
“Ho guardato il percorso: per le mie caratteristiche, più il percorso è duro, meglio è. Sicuramente è un Mondiale che guardo con attenzione, ma al momento è presto: prima ci sono Giro e Tour a cui pensare.”
Da anni tu ed Elisa Balsamo ottenete i risultati migliori per il ciclismo femminile italiano. Da tempo però faticano ad emergere nuovi volti del vostro livello: sei preoccupata?
“Ci sono ragazze che stanno crescendo molto bene, come Eleonora Ciabocco – che ha vinto la maglia bianca al Tour de Suisse – così come Marta Cavalli, che è in ripresa dopo alcuni anni difficili. Letizia Borghesi ha dimostrato tanto nelle Classiche, ed Eleonora Gasparrini ha un grande potenziale. Nel complesso, vedo il ciclismo italiano femminile in un buono stato, e ne sono davvero fiera.”