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Scherma, l’Italia dei tanti esordienti supera l’esame. Non vince il medagliere, ma fa meglio di Basilea

Calato il sipario sugli Europei di Genova è tempo di un bilancio sui risultati ottenuti dalla scherma italiana nella manifestazione di casa. Rispetto allo scorso anno l’Italia non ha vinto il medagliere (successo per la Francia), conquistando due ori in meno, ma vincendo più medaglie in totale a differenza di quanto era accaduto a Basilea. Nel 2024 erano stati undici i podi, mentre questa volta sono tredici, con tre meravigliosi titoli (tutti dal fioretto), due argenti e ben otto bronzi, alcuni dei quali potevano tranquillamente essere di un metallo ancora più importante.

Si parlava di un fioretto da tre ori e non c’è alcun dubbio che il protagonista principale in casa Italia di questi Europei è stato Guillaume Bianchi, capace di conquistare prima l’oro a livello individuale e poi di trascinare anche la squadra al successo con un strepitoso ultimo assalto contro la Francia. I fiorettisti si sono riconfermati ancora una volta sul trono europeo e si lanciano ora verso il Mondiale dove è chiaro che l’obiettivo sarà il gradino più alto. Servirà essere perfetti ed evitare quei blackout che anche a Genova si sono visti e che probabilmente contro Stati Uniti, Giappone e anche Hong Kong potrebbero risultare fatali.

Il terzo oro è arrivata da un fioretto femminile che ha vissuto un Europeo altalenante. Sicuramente l’assenza di Martina Favaretto ha pesato moltissimo, visto che l’Italia si è trovata a perdere la propria numero uno. La veneta sarà sicuramente presente a Tbilisi e questo cambia di molto le prospettive azzurre. La prova individuale è stata negativa e il bronzo di Martina Batini non può salvare un risultato generale deludente (solo un’italiana oltre gli ottavi). Successivamente la reazione nella prova a squadre è arrivata con quell’ultima decisiva stoccata di Arianna Errigo che ha probabilmente scacciato via paure e critiche, regalando comunque l’ennesimo oro della storia del fioretto italiano.

Un’ultima stoccata che ha dato e tolto, invece, alla spada femminile, che si è colorata di bronzo. I due terzi posti nella prova individuale con Alberta Santuccio e Sara Maria Kowalczyk, una delle tante ottime esordienti (poi ne parleremo), entrambe sconfitte nel minuto supplementare in semifinale, vedendo sfumare il sogno di un derby azzurro o comunque almeno di un’italiana in finale. La squadra partiva per salire nuovamente sul gradino più alto del podio ed invece ha vissuto una brutta semifinale e anche la finalina per il bronzo sembrava essere simile, prima di una clamorosa reazione di Santuccio, che ha poi trovato questa volta, come in tante altre circostanze, la stoccata della vittoria e del ritorno sul podio.

Sono tre anche le medaglie degli spadisti, un argento e due bronzi. Un primo Europeo da incorniciare per Matteo Galassi, protagonista di una prova individuale eccezionale, arrendendosi solamente all’ultimo atto, ma comunque con un meraviglioso argento al collo. C’è stato anche il bronzo di un senatore della spada azzurra come Andrea Santarelli, guida insieme a Davide Di Veroli poi di un quartetto (nel quale era presente un altro Under 20 come Gianpaolo Buzzacchino) che è arrivato ad un importante bronzo dopo una stagione di Coppa del Mondo altalenante.

Un altro bronzo è poi arrivato anche dalla sciabola maschile, con l’Italia che ha concluso al terzo posto la prova a squadre. Un risultato che sicuramente da di riscatto per gli azzurri dopo che la prova individuale sicuramente non era andata nel modo sperato, con alcune eliminazioni premature e con il solo Michele Gallo ai quarti.

Festeggia poi finalmente anche la sciabola femminile ed è un bronzo dal sapore veramente speciale per un gruppo che ha ricevuto davvero tante critiche nell’ultimo periodo, ma che ha avuto la forza di compattarsi nel momento più importante e di conquistare una medaglia che pesa veramente tanto. La stoccata decisiva del 45-44 di Michela Battiston contro l’Ungheria potrebbe aver segnato un nuovo inizio per le sciabolatrici azzurre, in un gruppo completamente rivoluzionato ed in cui spicca l’estro e la freschezza di una Mariella Viale, che non ha mostrato la minima paura al suo primo Europeo.

Sicuramente il primo posto nel medaglie doveva essere un obiettivo e certamente qualcosa di meglio si poteva fare, ma questo di Genova è stato comunque un Europeo importante per l’Italia, che ha lanciato ancora una volta un segnale allo sport italiano. Passano gli anni, ma la scherma sa sempre rivoluzionarsi, sa vivere i cambi di generazione, lanciando giovani già protagonisti alla loro prima manifestazione tra i grandi. Da Galassi a Viale, passando anche per Kowalczyk e Buzzacchino, senza dimenticare anche la prima volta di Cristino, Neri, Paulis e Spica. Ora ci sarà un Mondiale quasi a fine luglio da preparare, per un’Italia che vuole dimostrare ancora una volta al resto del mondo di essere sempre e comunque una delle nazioni di riferimento.

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