Sara Franceschi rivede la luce: “Un anno e mezzo tosto per il problema fisico. McIntosh mostro inavvicinabile”
Sara Franceschi è stata la graditissima ospite dell’ultima puntata di “Swin Zone”, trasmissione dedicata al nuoto in onda sul canale YouTube di OA Sport. La nuotatrice livornese, specialista dei 200 e 400 misti, si è raccontata a 360° con Enrico Spada ed Aglaia Pezzato, in un momento di grande ripartenza dopo diversi problemi fisici che hanno rallentato la sua carriera.
La mistista classe 1999 ha iniziato proprio da questo aspetto, facendo un po’ il punto della situazione sul suo infortunio alla spalla destra: “Sto migliorando – sorride – non nego che ogni tanto spunta ancora il dolore, ma sono seguita giorno per giorno nel migliore dei modi e tutti gli esercizi che faccio assieme alle terapie mi permettono di allenarmi senza problemi”.
La notizia delle ultime ore è, ovviamente, la clamorosa serie di record della formidabile fuoriclasse canadese Summer McIntosh che, nei Trials del suo Paese, ha portato il limite dei 400 misti a 4’23″65, cancellando il 4’24″37 stabilito a Torino l’anno scorso. Nei giorni scorsi aveva già migliorato i record dei 400 sl e 200 misti: “Che dire, stiamo parlando di un fenomeno indescrivibile. Riesce ad andare forte in tutti gli stili e ogni volta che entra in acqua è in grado di dare sempre qualcosa di straordinario in più. Partendo dal 3:54 nei 400, all’8:05 negli 800. Cos’ha di più degli altri? Sicuramente di talento ce n’è tanto e poi è una che va fortissimo anche in allenamento e questo vi assicuro che conta tanto. Ognuno prova a dare il massimo ma lei ha un gradino in più che nessuno ha. Direi che è lontana anni luce rispetto a tutte le altre. Nei 400 misti ha 8 secondi di vantaggio sulla più immediata inseguitrice. Un mostro, senza mezzi termini e ha ancora tanto da dimostrare”.
Sara Franceschi è nel momento clou della propria carriera, avendo raggiunto una età particolare: “Sono del 1999 e ormai sono una delle più esperte del lotto. Arrivo da una stagione e mezzo al 50% e non potevo fare altrimenti. Non vedevo l’ora di tornare ad allenarmi senza il solito dolore che mi accompagnava. Penso che sia bruttissimo per una atleta non potere dare il massimo quando vorrebbe. Ero letteralmente impotente e devitalizzata. Tosto un anno e mezzo così, ma ho dovuto. Non volevo fermarmi o perdere treni importanti per la mia carriera. A volte probabilmente avrei dovuto fermarmi un po’ di più per recuperare prima dagli stop. L’anno delle Olimpiadi però è particolare. Non è certo facile dire ad una atleta di fermarsi per 3-4-5 mesi”.
Il percorso per la nuotatrice due volte medagliata a livello mondiale tra vasca corta e lunga sembra essere ripreso: “A settembre ho ripreso a nuotare dopo lo stop olimpico ma, devo ammettere, avevo più dolori di prima. Temevo di dover smettere. Ho continuato verso i Campionati Italiani di novembre ed è stato un disastro. C’erano alti e bassi ogni giorno. A quel punto ho iniziato un percorso di terapie importanti che mi hanno tranquillizzato a livello fisico. Mi avevano assicurato che con calma e pazienza in 6-8 mesi avrei risolto il problema. Ero messa male, facevo fatica a fidarmi. Mi sono detta di prendere come obiettivo realistico il Sette Colli. In quel momento, però, miglioravo in allenamento. Per fare un esempio, prima avevo dolori anche la notte o anche a cucinare. Giorno dopo giorno ho ripreso fiducia. Ho lavorato tanto con le pinne, non ho spinto al massimo fino a febbraio poi, da marzo, ho di nuovo lavorato in modo più intenso. A quel punto mi sono detta di provare gli Assoluti con quel che viene viene. Nei 400 misti ho avuto buone sensazioni alla mattina. Nel corso del pomeriggio non sono andata bene ma con poco allenamento alle spalle era da dire. Io ero tranquilla con un dolore che rimaneva basso. Nei 200 misti alla mattina ho avuto pochi dolori, poi nella mia testa è scattato una sorta di “vado in gara e provo a fare qualcosa di più”. Nella parte a rana mi sono sentita bene, ho spinto e assieme a un buon tempo ho anche vinto per pochissimo. A quel punto mi sono detto che stavo tornando”.
La nuotatrice classe 1999 prosegue nella doppia distanza. Qual è la sua preferita? “Nei 400 misti ho più chance di lottare per un podio anche mondiale. Nei 200 posso realizzare un buon tempo ma ci sono tante rivali. Con un 4:35 invece riesco a piazzarmi più in alto, anche se il record italiano non è mio. Diciamo che lo rincorro da un po’ di anni”.
Quali sono, a questo punto, i prossimi obiettivi della stagione? “Il Sette Colli mi piace molto. Voglio fare tante gare perché mi mancavano. Il programma prevede lavoro in altura fino al 22 giugno poi penserò a Roma. Si tratta dell’ultimo test prima dei Mondiali. Obiettivo per Singapore? Sicuramente migliorarmi in tutte e 2 le gare. Diciamo che mi manca il salto di qualità. Voglio vedere qualche decimo in meno. Sarei davvero contenta di riuscirsi e confermerebbe che sono tornata ai miei livelli pronta a ripartire”.