Basket femminile: azzurro PalaDozza, Italia al debutto negli Europei contro la Serbia
Ci siamo: il PalaDozza di Piazza Azzarita riporta a Bologna il grande basket femminile. L’Italia fa il suo debutto agli Europei 2025: di fronte c’è la Serbia, tra le grandi potenze degli ultimi 12 anni, almeno per quel che concerne il periodo che va dalla separazione con il Montenegro, vale a dire dal 2007 in poi.
Bilancio di 3-7, quello che si è visto dal 2007 in avanti, con da una parte il picco della bella vittoria ai Giochi del Mediterraneo 2009 (in casa Italia c’erano quasi tutte le big del tempo: Masciadri e Ballardini su tutte), dall’altra i dolori del quarto di finale sfuggito all’ultimo negli Europei 2013. Sono questi, in sostanza, i due match di maggiore importanza: l’ultimo è legato al supplementare perso a inizio rassegna continentale nel 2021, anche qui dopo aver guidato praticamente tutto il tempo.
Situazioni differentemente diverse per le due squadre in avvicinamento alla rassegna. L’Italia ha vissuto su un record di 4-3 in fatto di vittorie e sconfitte, ma anche su un chiaro progetto da parte di coach Andrea Capobianco: quello legato a una forte componente difensiva. Da lì, infatti, parte tutto il gioco di questa Nazionale: pazienza se arriverà, a volte, qualche punto in meno in attacco, l’importante sarà imbrigliare gli attacchi altrui. Che è un po’ ciò che si vide anche nel 2017, forse non per caso con una delle Nazionali recentemente più seguite. Certo, in quel caso aiutava una squadra che a livello offensivo, per buona misura, si faceva quasi da sola.
Nel 2025 le cose sono differenti: persa Matilde Villa per i guai al legamento crociato, è Cecilia Zandalasini che dovrà ancora una volta fungere da opzione offensiva numero uno con tutto il suo campionario tecnico. E, se vogliamo, anche una fiducia ritrovata nelle partite giocate in WNBA, dopo che al Galatasaray era andata fondamentalmente persa chissà dove. Sotto canestro le notizie sono buone: Olbis Andrè, Jasmine Keys, Sara Madera e Lorela Cubaj vanno a costituire quello che ormai è un pacchetto lunghe rispettato in tutta Europa, non solo in Italia. Senza dimenticare che, ormai, Costanza Verona è una play di livello europeo. E se ancora se ne sono accorti in pochi, presto ci sarà una presa di coscienza totale da parte del continente. Molto presto, forse.
Passiamo al capitolo Serbia: difficile prevederne la traiettoria. Non c’è fondamentalmente più il gruppo che Marina Maljkovic aveva a disposizione fino a pochi anni fa e, tra ritiri e stop per quest’estate, la situazione è di una totale transizione con (quasi) la sola Yvonne Anderson a fungere da trait d’union. Nonostante questo, è pur vero che sono arrivati un quinto posto negli Europei 2023 e un sesto alle Olimpiadi, dove però molte difficoltà si sono viste per larga misura. Parliamo però di una squadra guidata da una coach di prim’ordine: sono sue le guide delle due vittorie continentali e anche del bronzo olimpico di Rio 2016. Ormai da 14 anni è il volto vivente della Serbia, e sono pochissimi i nomi con un tale mix di storia e valore sulle panchine europee.