Novak Djokovic fissa il suo obiettivo: “Le Olimpiadi a Los Angeles mi stimolano a continuare”
Rivelazioni e ambizioni. Novak Djokovic, classe 1987, non ha alcuna intenzione di arrendersi allo scoccare del tempo. Dopo aver raggiunto la semifinale del Roland Garros 2025 (sconfitta contro Jannik Sinner), il campione serbo ha nel proprio mirino Wimbledon e sull’erba vuole mettere in mostra tutte le sue qualità, ambendo al massimo possibile.
Una motivazione inesauribile per il 38enne nativo di Belgrado che gli ha permesso di superare ostacoli, per altri impossibili. Nole, da questo punto di vista, alza l’asticella. È quanto emerso nel podcast (Ne)uspjeh prvaka con l’allenatore, ex West Ham e Watford, Slaven Bilic, in cui il 24-volte vincitore Slam ha rivelato il suo prossimo obiettivo (principale).
“L’unica cosa che ho in mente e che mi dà motivazione sono le Olimpiadi del 2028 a Los Angeles, ancor più dei tornei dello Slam. Quel momento in cui indossi lo stemma del tuo Paese, quando vivi nel villaggio con i migliori atleti olimpici, quella sensazione: quello è lo sport“, ha dichiarato Djokovic.
Un fuoco che continua ad ardere dentro di sé per il tennis: “Amo questo sport e amo ancora tenere la racchetta tra le mani. Il bambino dentro di me, che si è innamorato di questo sport, è ancora presente, sento ancora quel legame. Se non avessi più quella passione e il desiderio di competere, non continuerei. Ma amo ancora scendere in campo e vincere con la racchetta in mano. Quella fiamma è ancora viva“.
Un’intervista nella quale il campione ha rivelato anche le difficoltà per affrontare il percorso da professionista, in un contesto molto competitivo: il primo viaggio negli Stati Uniti, con il padre costretto a chiedere dei soldi in prestito a degli usurai: “Per l’intero soggiorno, per me e per lui, servivano 5.000 dollari. A quei tempi trovare quella cifra era praticamente impossibile. Allora lui si rivolse a quei famosi usurai, criminali, che all’epoca erano gli unici disposti a prestarti dei soldi ‘a fiducia’, ma con un interesse altissimo. Ci sono tante storie che non si possono raccontare in pubblico. Alla fine ce l’ha fatta a restituire tutto, ma sono state situazioni davvero difficili“.