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Puppo prudente: “Non mi sento di dire che vinca Sinner. Alcaraz ha più da perdere: partita nodale per i prossimi mesi”

Dario Puppo (qui riportato), in compagnia di Massimiliano Ambesi e Guido Monaco, ha come di consueto condotto TennisMania, il programma in diretta sul canale YouTube di OA Sport. Tema totalmente dominante: le semifinali del Roland Garros, con Jannik Sinner in finale e Lorenzo Musetti che ha dovuto alzare bandiera bianca.

Introduzione dedicata a un dettaglio del doppio che ha portato Sara Errani e Jasmine Paolini in finale: “Paolini a un certo punto ha tirato una botta altezza faccia a Shnaider che l’ha spaventata, ma non è mai entrata in partita“.

Prima osservazione su Musetti-Alcaraz e in particolare sul toscano: “Ha colpito tanto il dritto. Incrociato riusciva a far vincente abbastanza comodamente con uno come Alcaraz. Anche per gestione un bel Musetti all’inizio“.

Poi prosegue sul tema ritiro: “Sono d’accordo con chi dice che Musetti aveva un piccolo problema muscolare, poteva andare avanti, ha deciso di fermarsi, tutte le ipotesi ci possono anche stare”.

Quindi si concentra su Djokovic e sulla frase chiave della conferenza stampa: “Per me Djokovic potrebbe anche dire addio a Wimbledon. Non può vincere da nessuna parte. Deve programmare quello che vuole fare, a prescindere da contratti e idee che ha. Fino a Los Angeles non ha senso. Quel tennis lì ormai è passato. Non ci sono solo loro due, ne arriveranno anche altri“.

Ampliamento della spiegazione: “Djokovic la motivazione la prende proprio dai record. A Wimbledon può raggiungere Federer a 8. Sinner a me ha colpito più di tante altre partite perché la prima non entra, sugli spostamenti scivola, sulle palle corte lo ha imbrigliato. E allora Djokovic spinge ancora di più. Quando il ritmo con Zverev era diverso è stato dimostrato da Djokovic, che doveva per forza cambiare strategia con Sinner vista anche la condizione fisica. Nonostante questo Djokovic e nonostante il pubblico contro Sinner, per la partita più lunga, e nonostante altre cose, lui è rimasto lì. Sinner non è riuscito quasi mai a colpire con la sua innata qualità per tutti questi fattori. Continuo a dire che ieri Sinner ha fatto una partita esagerata. E ha avuto un rispetto maggiore. Quando va lì e dice ‘ci sono due segni’ non lo dice per avere ragione lui, ma lo fa perché non vuole che quella situazione non peggiori il momento della partita in generale. Sinner è come se portasse a destinazione una navicella spaziale nonostante tutti gli allarmi che gli suonano attorno. A me ieri ha colpito che Djokovic, pur sapendo di perdere la partita, è rimasto lì con la motivazione di poterla vincere, e ha fatto la parte che doveva fare“.

Sulla situazione durante l’assenza di Jannik e non solo, specie in riferimento ad Alcaraz: “Senza Sinner era il Far West. Adesso le cose si stanno delineando in un altro modo. Il livello di Alcaraz è salito da quando è tornato Sinner. Siamo veramente allo scontro finale che può essere un crocevia importante per i prossimi mesi e il prossimo anno. Sinner, se passa l’ostacolo Alcaraz sulla terra in finale al Roland Garros, poi vede le prospettive diverse. L’anno scorso non ha potuto dimostrare quel che valeva. Potremmo avere un mese di tennis tra loro due spettacolare se va in porto anche un’altra possibile finale a Wimbledon. Il fatto che li hai 1 e 2 mette in condizione quelli che hanno fortuna di non poterne beneficiare: devi batterli tutti e due“.

Quale pronostico? “Io non mi sento di dire che vince Sinner per un motivo: il compito lui l’ha fatto. Voleva arrivare qui per rigiocarsi subito la partita con Alcaraz e non perdendo quest’occasione. Non ha perso set perché ha giocato a un livello superiore e con Djokovic ha capito che doveva badare a certe cose evitando di fare l’arrogante che non è. Alcaraz ha più da perdere: a Sinner adesso il discorso Slam non interessa, gl’interessa giocare la partita in modo da sfruttare le occasioni e battere Alcaraz. Al Roland Garros lui tiene tantissimo. Jannik sa benissimo che questo è lo Slam per lui più complicato e per questo avrà un avvicinamento alla finale notevole“.

Tra numeri e paragoni: “Sarà il settimo Slam in cui vince l’uno o l’altro. Arriva un contrasto di stili. Vediamo. Sarà una grandissima partita. Se Alcaraz vincesse, solo Borg avrebbe vinto due volte Parigi e Wimbledon a quell’età. Per la prima volta uno dei due perderà una finale Slam. E non c’è un pareggio, nemmeno se vanno tutti e due giù insieme come Rocky e Apollo Creed. Giocano contro, ma prima non hanno mai perso“.

Una chiave tattica: “Chi risponderà meglio tra Alcaraz e Sinner vincerà la partita. Quello che può far la differenza è come l’altro gestirà la risposta. Tatticamente per le condizioni il tennis che stanno impostando loro due è quello della non giocata interlocutoria, della grande attenzione nel giocare profondo. In tribuna c’era anche Agassi. Questo colpo era rappresentato ieri come mai successo. Avere le risposte di Agassi, Sinner, Djokovic e Alcaraz nella stessa giornata… tanta roba“.

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